Specialità

01Recentemente, una persona che conosco (e di cui mi fido) mi ha suggerito di fare attenzione, perché – parlando su LLHT di così tanti argomenti – rischio di smarrirne l’identità, di disorientare i lettori.

Apprezzo il consiglio, se non altro perché autentico e disinteressato. Ma non ne condivido i presupposti, perché frutto di consuetudini e schemi concettuali assai lontani dai miei. Siamo schiavi delle etichette, al giorno d’oggi. Ancora una volta, l’imperioso dominio dell’incasellamento ci impedisce le sovrapposizioni. Sei questo o sei quello. Sei bianco o sei nero. Sei un economista o sei un sociologo. Sei un broker o sei un blogger. Sei uno scrittore o sei un escursionista. Sei un architetto o sei un muratore. Potrei proseguire per ore…! (Tra l’altro, ne avevo anche già parlato nel recente “C4: colpito , D2: affondato!“)

In questa società alla deriva, stracolma di insicurezze, di fobie, di appigli spalmati di grasso, di mani scivolose, di sguardi incerti, di corse improvvise, di assoluzioni a padri che uccidono i propri figli dimenticandoseli in auto. Ecco, in questa società tutto deve essere perfettamente e ordinatamente incasellato. Altrimenti non ci capiamo più niente. Vero?

In base a questo principio, io adesso NON potrei scrivere un post in cui racconto quello che ho cucinato ieri sera. Perché, se lo facessi, sarei anche un aspirante chef.

Quindi, sapete che vi dico? Ve lo racconto. Anche perché, devo dire, i piatti mi sono venuti piuttosto bene… 😉

(In tutto, per due persone, ho speso 25,29€.)

02ANTIPASTO:

Tartare di ricciola (che non c’era, quindi ho preso il branzino) con mela e melograno. Tritare finissimo un finocchio con il branzino crudo sfilettato. Occhio ai polpastrelli! Mescolare con un po’ di limone e servire su una mela verde tagliata a fette sottili. Guarnire con chicchi di melograno e un filo d’olio. Servire a temperatura ambiente.

La semplicità di questo piatto è inversamente proporzionale alla sua bontà e, da non sottovalutare, alla sua resa scenica!

03PRIMO:

Spaghetti ai gamberoni. Anche qui, semplicità assoluta: è sufficiente fare saltare per qualche minuto i gamberi in una padella con tre cucchiai d’olio e tre spicchi d’aglio, aggiungendo un bicchiere di vino bianco e qualche pomodorino pachino (io, non avendone, ho usato un pomodoro fresco, che ho prima fatto ammorbidire sul fornello con un po’ di passata, olio, sale e pepe). Prima di servire, mettere un po’ di prezzemolo.

05SECONDO:

Spiedini di gamberoni in crosta di crudo. Questa ricetta me l’ha insegnata un mio amico che gestisce un ristorante. Molto onestamente, già chiamarla “ricetta” è pretenzioso, trattandosi sostanzialmente di una… idea “tradotta” in piatto da portata! Ma, a mio avviso, sono proprio queste cose semplici e geniali le più apprezzabili e gustose. Per farla breve: pulire i gamberi lasciandoli attaccati alla testa, avvolgerli in una fetta di prosciutto crudo (fissandola con uno stuzzicadente) e far cuocere in una padella antiaderente spalmata con un solo cucchiaino d’olio. Quando il crudo si abbrustolisce, a tavola!

Separatore

Domani, se ne avrò voglia, scriverò un post sulle tecniche di allunaggio dei moduli Apollo. Perché, magari, mi sentirò un… astronauta!! 😉 Scherzi a parte: essere se stessi, sempre e comunque. Pensare, dire e fare ciò che si è. Alrimenti, vince sempre chi ci vorrebbe… monotonici. Ciao!

Andrea

6 risposte a “Specialità

  1. Io vorrei essere poliedrico ma monotasking. Saltare da un’occupazione all’altra abbassa l’intensità dell’impegno: lasciamolo fare ai computer, ci sono per questo.
    Poi c’è chi pretende multitasking e a volte ha le sue ragioni. Ma a volte ti vuole solo frenetico e senza pensiero.

    • Dipende, Marco. Dipende.
      Venerdì ho scritto il post che uscirà domani (lascerò giudicare a te se “con” o “senza” pensiero).
      Domenica ho segato un ettaro di campo (solito fondo sconnesso, su solite pendenze del 20% o anche 30%, aggravate stavolta da erba umida e fondo scivoloso).
      Stasera preparo la cena per ospiti che abbiamo da noi.

      Ti garantisco che “l’intensità dell’impegno” non l’abbasso mai.
      Sennò, i post nessuno me li legge.
      Sennò, mi “giro” col trattore (e rischio di finire all’altro mondo).
      Sennò, gli amici a cena da noi non vengono.
      😉

      Sono sempre le circostanze che decretano se l’impegno profuso e il pensiero sono stati intensi oppure blandi. Poi, ovvio: ognuno ha le sue attitudini, le sue specialità, appunto.
      E’ sempre il mondo che giudica noi, prima che noi possiamo giudicare lui.
      Anche se stiamo fermi.
      Anche se non è giusto.

      Ciao,
      Andrea

  2. Vorrei far notare che questo post con la natura del blog c’entra non molto ma moltissimo. Non solo una cena da gran gourmet autoprodotta a 12 euro a persona, e la cosa non è irrilevante, ma anche il fatto che siamo anche questo. Siamo molte cose e insieme. Sarà perché sono una donna e le donne, si sa, sono da sempre “multitasking” ma quando si smette di pensarsi come una cosa sola ci si sente liberi di esprimersi, più autentici e con maggiori potenzialità. Quelle che non sapevamo neanche di avere.

    • Non è solo questione di essere “multitasking” (prerogativa anche di molti noi maschietti), ma di ammettere a noi stessi che possiamo essere, esprimere, rappresentare, divulgare molte più cose di quante ci vorrebbero far credere!
      Molto più comodo, per chi ci amministra e si illude di detenere un qualche potere su di noi, persuaderci di poter contribuire al “potente spettacolo” con un unico… verso.

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