Solo la Crisi ci può salvare | Basta con la follia della Crescita!

Siamo noi i principali artefici del nostro destino, oppure le scelte che ci riguardano dovranno sempre essere delegate ad altri?
Luca Mercalli per SLCCPS

Luca Mercalli – Salone del Libro di Torino

Un’analisi qualificata ed appassionata di come l’attuale declino economico, sociale e religioso rappresenti di fatto l’imperdibile occasione per riscoprire noi stessi, il rapporto con gli altri e l’armonia con il nostro habitat.
Il soggetto è l’agente primario della radicale metamorfosi degli stili di vita che coinvolgerà comunità sempre più ampie: il vero cambiamento è sempre e soltanto quello che sorge dalle nostre coscienze e che, mediante la passione e la conoscenza, si propaga fino a rendere possibile la trasformazione dell’intera realtà.
Il nuovo modello sociale destinato ad affermarsi nei prossimi anni nascerà dall’alleanza fra il settore agricolo, la società civile, la microimprenditorialità locale e la finanza etica, per giungere alla diffusione di una realtà socioeconomica fondata su beni non monetari.
Principali capitoli:
Il dio Denaro e il dogma del PIL | Perché non è la Crisi del ’29 | Il guinzaglio corto: lavorare come cani | Il culto dell’immagine e l’americanizzazione del mondo | I soldi sono davvero il problema? | La società digitalizzata | Il mondo al crespuscolo | Il mondo che sta sorgendo | La nuova economia: l’allenza fra agricoltura, ambiente, imprenditoria e finanza etica | La crisi è una benedizione: l’economia dei beni non monetari | Un’imprenditoria che non si lamenta | Democrazia diretta o Responsabilità diretta? | Disoccupazione: il lavoro di ieri, di oggi e di domani | Dall’egocentrismo al sociocentrismo | Dagli ideali ai valori
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10 risposte a “Solo la Crisi ci può salvare | Basta con la follia della Crescita!

  1. La recensione di Simone Perotti al libro, comparsa sul quotidiano online “il Cambiamento”:

    […] In questo “Solo la crisi ci può salvare” (Edizioni il Punto d’incontro) Paolo e Andrea danno fondo a tutto quello che sanno. Uno ex bancario, l’altro esperto di resilienza e cultura alternativa da sempre, affrontano e smontano i capisaldi della cultura della crescita, dall’alto e dal basso, e ragionano, ove mai ancora possibile, su ciò che eventualmente fosse rimasto fuori dalla vasta letteratura di “Adesso Basta”, che chiamo così solo per farmi capire ma che ha luminari e grandi firme assai maggiori di me e di noi al suo attivo.
    Un saggio non del tutto sistematico, che saltabecca tra questioni macroeconomiche e piccoli dettagli contemporanei, e fa bene a fare così, perché quando bracchi un animale in una battuta di caccia non è il tuo percorso che devi seguire, ma il suo. I due cacciatori non lasciano scampo alla loro preda, infatti. Rincorrono l’illogico e l’assurdo delle nostre vite in tutte le pieghe della nostra società, e riescono a catturarlo. […]

    Vai alla RECENSIONE INTEGRALE

  2. Recensione della scrittrice Sonia Savioli comparsa il 14/9/2016 su “il Cambiamento”:

    Libri così non sono mai abbastanza; squarciano il sipario di ottundimento, assuefazione, incoscienza che la propaganda veicolata dai media “ufficiali” costruisce ogni giorno. Paolo Ermani e Andrea Strozzi analizzano puntigliosamente l’attuale stato delle cose, dal lato economico, sociale, culturale, morale e, ovviamente, ambientale; smascherano i falsi luoghi comuni imperanti. Come il bimbo della fiaba che grida “Il re è nudo!”, svelando di colpo ciò che sarebbe stato sotto gli occhi di tutti, se l’inganno e la menzogna sempre ripetuta non li avessero accecati.

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    • Ti ringrazio Giuseppe. Posso garantirti, qualora leggerai il libro, che non ci siamo ispirati ad alcun movimento o gruppo organizzato. Ma solo a quel caro, vecchio buon senso che il dogma dell’accumulo sfrenato e ad ogni costo ci ha ormai fatto disperdere. E il fatto che un pensatore come Luca Mercalli abbia accettato di farsi fotografare con il nostro libro in mano è una dimostrazione di quanto stiamo andando nella direzioni giusta. Ostinata e contraria, come avrebbe detto il grande De André. Ciao

  3. Una splendida recensione del libro sul blog “Cicloturismo e oltre“:
    La paura della Crisi, esarcebata dai mass media che ne offrono una descrizione parziale, induce la maggior parte della popolazione ad un atteggiamento di passività e di attesa nei confronti di una soluzione proveniente dall’alto. La mancanza di un’analisi rigorosa e completa sulle cause che hanno condotto alla situazione attuale di certo non aiuta le persone a porsi domande, a sollevare dubbi che favorirebbero la formulazione di un punto di vista autonomo e il cambiamento di rotta necessario.
    Il racconto che i media espongono della Crisi è incompleto e, come tutte le informazioni poco esaustive, si presta a facili manipolazioni.
    […]
    “Solo la crisi ci può salvare” è un libro che consiglio a tutti, perché è scritto per noi, uomini e donne alle soglie di un cambiamento epocale che richiede una mentalità nuova, più grande di quella che ci ha condotti fin qui nel bene e nel male e che sicuramente non è sufficiente per superare le sfide inedite che ci attendono. Un testo schietto, intelligente, in cui gli autori provano a trasmettere la propria esperienza con determinazione e consapevolezza; non siamo di fronte ad un saggio infarcito di teoria (anche se i riferimenti culturali non mancano) ma ricco di spunti di riflessione e soprattutto buon senso.

    [LEGGI L’INTERA RECENSIONE]

  4. Complimenti per questo libro che, a mio parere, ha il pregio di aver saputo inquadrare perfettamente la storia economica dalla fine del settecento ad oggi, mettendo in luce tutti gli aspetti negativi della crescita.

    • Grazie Lara, complimenti a te per un così efficace riassunto! Mi permetto di aggiungere un riferimento alla rassegna delle prospettive – sia di cambiamento valoriale che di approccio comunitario – per uscire dalle secche.

  5. Se non scegliamo le “risorse” da utilizzare in sostituzione delle “materie prime” dell’industrialismo, faremo tanti cenobi, ma tutto procederà come se non ci fossimo. Scegliere nuove “risorse”, comporta indicare nuovi processi lavorativi per tutti, non soltanto per pochi (benché, nelle quotidiane esperienze, appaiano molti) generosi volontari… Occorre un sistema civile vissuto da persone motivate a rendere disponibili (e a utilizzare) i beni fondanti la continuità della vita, senza spreco…

    • Ciao Pietro, grazie del commento. Le nuove risorse sono elencate nell’ultimo capitolo del libro. Ovvio che non si tratta dei soliti e pluri-abusati fattori produttivi dell’ortodossia economica, Capitale e Lavoro. Il lavoro servirà, certo. Ma in misura molto inferiore e unicamente per dare massima espressione ai nostri interessi e alle nostre attitudini personali.
      Tu dici: tutto procederà come se noi non ci fossimo. Io ti rispondo: noi non abbiamo la facoltà di cambiare tutto, ma quella di cambiare noi, sì. Ed è solo da lì che dobbiamo partire. Altrimenti, voler partire cambiando il mondo rischia di diventare un alibi per la nostra indolenza.

      Quanto all’auspicio di un sistema civile alternativo, esso è esattamente il nostro stesso auspicio. Si tratta solo di stabilirne le modalità attuative: per qualcuno, esso può scaturire solo da logiche accentrate e rappresentative; per qualcun altro – tra cui noi – il cambiamento parte dall’unità elementare di ogni gruppo più ampio, che è il soggetto. Noi crediamo che tante testimonianze nella medesima direzione possano produrre la sensibilità collettiva – anche in termini politici – per innescare un cambiamento su più larga scala. Affidarsi ai soliti sistemi di rappresentanza “intermediata” abbiamo già visto dove porta.
      Se può interessarti, ti segnalo questo preziosissimo contributo di un famoso biologo, che intercetta alla perfezione il nostro messaggio:

      Ciao

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