Che cos’è LLHT

Alcuni ritengono che sia doveroso e corretto approfondire anche una cosa così assurda come la teoria di quell’astronomo polacco* che “muove” la Terra e “tiene fermo” il Sole. (Philipp Melanchthon, XVI secolo d.C.)

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01 Logo XLLLHT è l’acronimo dell’espressione che ispira questo blog: Low Living High Thinking è la formula che, attribuita a H. D. Thoreau, ne sintetizza l’intera filosofia trascendentalista.

Credo che questa espressione abbia la fortuna di parlare da sola, poiché nelle sue quattro parole sono perfettamente incastonati i due più importanti precetti che questa difficile congiuntura storica, economica e sociale ci suggerisce di applicare: Vivere basso e Pensare alto. Vivere cioè più vicino al suolo e lasciare la testa libera di esprimersi ai massimi livelli, decolonizzando l’immaginario dominante e – soprattutto – architettandone uno nuovo.

Non credo nelle molteplici e policrome manifestazioni dell’io. Non credo nella forma a sostegno della sostanza. Non credo nell’esteriorità. Non credo nella fama. Non credo in tutto ciò che è effimero, il ché equivale a dire – più o meno – che credo in pochissime cose al di fuori… del legno e della pietra. Nel quinto Vangelo (apocrifo), San Tommaso attribuisce a Gesù questo monito: il Regno di Dio è dentro di te e tutto intorno a te, non in templi di pietra e legno. Spacca un pezzo di legno ed io ci sarò, solleva una pietra e mi troverai. Colui che penetra il senso di queste parole, non assaporerà la morte.

L’attuale modello di vita occidentale, una sabbia mobile in cui stiamo inconsciamente sprofondando da oltre due secoli, ci ha invece abituati a frequentare sempre più spesso il tempio, frantumando il sacrosanto concetto greco di “limite” e consentendoci così di non rinunciare più a nulla: ogni traguardo dev’essere raggiunto (possibilmente in fretta), per fare posto a quello successivo. Senza soluzione di continuità. A qualsiasi prezzo.

Partendo da questa semplice ma dirompente constatazione, si comprende meglio la mission di questo progetto:

mission-newUn miglioramento dunque per se stessi, ma anche, indirettamente, per il contesto in cui si vive. Obiettivo ambizioso e, per giunta, già sentito? Indubbiamente! Ma tanti strumenti formano un’orchestra. E io, prima o poi, questa sinfonia voglio sentirla!

Ho la profonda convinzione che i criteri per superare virtuosamente l’attuale cultura dominante siano essenzialmente tre:

  • l’emancipazione volontaria e consapevole dal dogma dell’accumulo ad ogni costo
  • il rifiuto dell’idolatria del denaro (non del denaro in sé)
  • il recupero di una concezione vernacolare e comunitaria dell’esperienza umana.

L’applicazione serena e sistematica di questo approccio trova pieno riscontro nella scuola di pensiero (intenzionalmente ignorata o mistificata dal pressapochismo mainstream) della decrescita e in uno stile di vita ispirato al downshifting. In entrambi i casi, è prevista la frantumazione volontaria di almeno uno degli anelli che compongono il micidiale circolo vizioso Lavoro ► Guadagno  Consumo ► Produco, che costituisce la vera prigione della modernità. Ci tengo a precisare che, di queste teorie più economiche che sociali, non sono un seguace dell’ultima ora: ho fatto scelte perfettamente coerenti con esse già nel lontano 2004, quando cioè di downshifting non parlava nessuno e il termine decrescita passava per un refuso ortografico. A dirla tutta, all’epoca erano termini sconosciuti anche per me! Ma sono poi stato felicemente sorpreso nel constatare come, nel mio piccolo, ne fossi stato un ignaro precursore.

Grazie alle conoscenze macroeconomiche che ho sviluppato per professione e a quelle sociologiche coltivate per passione, mi sono progressivamente convinto che l’unica risposta possibile si chiami Bioeconomia, una disciplina socioeconomica nata oltre quarant’anni fa per opera dell’economista rumeno Nicholas Georgescu-Roegen, con lo scopo di sostituire al dogma plurisecolare dell’Utilità l’idea di un equilibrio sistemico orientato al Benessere.

Affiderò quindi al blog riflessioni e testimonianze di come sia arrivato a pensarla così proprio io, persona nata e cresciuta nella culla ovattata del liberismo economico più sfrenato e rassicurante, persona educata ed istruita – peraltro con eccellenti risultati – a credere nel potere salvifico di concetti come “merito”, “impegno”, “giustizia sociale” ed altre amenità del genere, puntualmente cadute una dopo l’altra sotto i nostri occhi come tessere imperfette di un domino sterminato. E mi concentrerò soprattutto sulle dinamiche interiori di un cambiamento così radicale.

A questo punto, vi racconto qualcosa di me. Mi chiamo Andrea, sono nato nel 1974, vivo in Emilia-Romagna e, dopo quasi quindici anni di una prestigiosa carriera nella governance e business-administration di alcuni gruppi bancari nazionali, un giorno del 2014 ho finalmente detto BASTA, decidendo di non presentarmi più in ufficio e scegliendo, da quel momento in poi, di dedicare competenze ed energie all’attività divulgativa che avevo nel frattempo avviato con LLHT. Chi mi conosce è unanime nel considerarmi una persona semplice e conviviale. Per saperne di più su di me e sui miei perché, puoi ascoltare questa mia intervista radiofonica o leggere questo mio articolo autobiografico.

Andrea Strozzi

(*) Ah! L’astronomo polacco della citazione iniziale era, ovviamente, Copernico.