“Questi fanno quello che vogliono e dove vogliono. Più o meno… come abbiamo fatto noi occidentali negli ultimi due secoli.”
Questo è stato il primo pensiero che mi è venuto in mente ieri, durante gli attacchi a Bruxelles. Amaramente ironico, tristemente inconfutabile.
A chi, in queste ore, si limita a delegare la propria solidarietà per le vittime a una bandierina sui propri profili social, suggerisco di non guardare i due video che seguono.
Perché potrebbe apprendere, per esempio, che a cavallo tra Otto e Novecento il regime economico-militare instaurato in Congo dal Re di Belgio Leopoldo II ha sterminato – a seconda delle stime – dai due ai dieci milioni di abitanti, per il solo scopo di alimentare la nascente industria europea della gomma. Ai bambini che non raggiungevano gli obiettivi giornalieri di raccolta di caucciù venivano amputate le mani o inflitte altre mutilazioni. Questo, per chi non lo avesse capito, era il prezzo da pagare per il nascente modello di sviluppo economico occidentale.
Visto che in queste ore ho letto diversi articoli sui tanti bimbi che ieri piangevano al terminal dell’aeroporto, col cuore spezzato sento il dovere di ripeterlo: oltre ad aver provocato un genocidio secondo solo all’Olocausto, solo cento anni fa Re Leopoldo II faceva amputare le mani ai bambini che non raccoglievano abbastanza caucciù per i suoi scopi mercantili.
Non sto dicendo che quanto è accaduto ieri sia la diretta conseguenza – a distanza di cent’anni – dell’azione di quel despota. Spero sia chiaro. Quello che voglio dire è che i tempi di reazione della Storia sono assai più lunghi della durata di una vita umana e rischiano quindi di sfuggire alla nostra comprensione. Per decenni abbiamo soggiogato intere regioni africane per un becero tornaconto economico: gli effetti si fanno adesso sentire in modi, forme e tempi diversi. L’Europa ha le proprie radici affondate nel sangue: cosa volete che si raccolga, oggi, dai rami di questa pianta?
Per la cronaca, Leopoldo II è passato alla Storia con il soprannome di “Re Costruttore”. Ancora oggi, è possibile ammirare una sua gigantesca statua equestre in bronzo in Place du Trone, a due passi dal palazzo reale. A Bruxelles.
A che ora comincia, la Storia?
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P.S. Come ho scritto all’indomani degli attentati di Parigi, temo che potremo permetterci il lusso di analisi oggettive ancora per poco tempo. Da sempre, infatti, la presenza di un nemico comune ha anche la funzione di puntellare il Pensiero Unico, radicalizzandolo ed impedendone interpretazioni. L’Occidente sta pericolosamente entrando nel cono d’ombra della propria libertà d’espressione. Ed è questo, più di ogni altra cosa, a terrorizzarmi. Perché è anche così che si manifestano le guerre.