Chissà quante volte vi è capitato di discutere con i vostri amici o conoscenti su cosa sia davvero una vita etica. A me diverse volte, ultimamente. Non che lo si faccia consapevolmente o in questi termini. O, almeno, non sempre. Ma di fatto alla gente piacciono questi esercizi mentali, quasi delle gimkane cui sottoporti, una specie di test a trappola per dimostrarti che quello che fai non può avere il valore che dici perché non sei coerentemente e totalmente etico.
A lezioni di coerenza dovremmo, temo, andarci un po’ tutti e, ne sono convinta, chi si avvia su queste strade dovrebbe farlo sospendendo il giudizio poiché troppo grande è il pericolo o la tentazione di ritrovarsi a cercare le pagliuzze negli occhi degli altri, ignari delle travi ben salde nei nostri. O, ancora, grande è anche il rischio di rendersi conto che una vita totalmente etica non è possibile dall’oggi al domani e la frustrazione o il senso della completa inutilità di un cambiamento potrebbero assalirci e vanificare tutto quello che abbiamo fatto o faticosamente cerchiamo di fare.
Esistono, direi, gli spettatori. Quelli che ci hanno già rinunciato in partenza perché non ci credono e guardano divertiti e in vena di fare recensioni e stroncamenti dello spettacolo cui assistono. Sono di solito quelli che sanno già tutto, quelli che hanno ragione su tutto, quelli che hanno capito tutto. E soprattutto, sono quelli che hanno difficoltà ad ascoltare.
Esistono, poi, i teorici esterni catastrofisti. Sono preparatissimi ma pensano che la vita sia molto breve e non valga la pena di dannarsi tanto visto che l’uomo è destinato ad autodistruggersi. Forse su questo hanno ragione. Chissà.
Subito dopo ci sono i mentitori. Mentitori, direi, siamo a turno un po’ tutti. Per comodità oppure per ignoranza. E qui entra in gioco quell’avverbio del nostro titolo: sinceramente. Quando si tratta di fare una scelta che sappiamo essere più etica e giusta, non la facciamo perché ci convinciamo che esista una ragione. Cioè, sappiamo che è così ma è troppo duro per noi o forse troppo presto per accettarlo: i nostri animali chiusi in gabbia che stanno benissimo, i nostri cani in appartamento che tanto non hanno il senso dello spazio, la spazzatura che, tanto, è inutile differenziare visto il magna magna che c’è sotto, l’enorme mole di immondizia che compriamo al supermercato nel trionfo delle cose inutili che “mica saranno matti a vendere cose che fanno male”, i prodotti usa e getta in plastica che “tanto si può riciclare” e così via. Potremmo andare avanti per ore. Potrei fare mille esempi. A cominciare da me stessa. E sono tutte scelte più comode per noi. Ma molto meno per gli altri, per gli animali, per l’ambiente che ci circonda. Abbiamo perso, temo, la connessione tra le nostre, anche piccolissime, scelte e il loro effetto su ciò che ci circonda. Il mentitore, però, probabilmente, prima o poi si arrenderà e smetterà di raccontarsela. O, come spesso succede, cambierà poco a poco i suoi comportamenti, coglierà qualche segnale, prenderà al volo qualche opportunità che gli si farà davanti e che non aveva previsto. Avrà, forse, qualche piccola illuminazione e da lì ripartirà. E allora saranno guai.
La vita etica è un percorso, non certo un pacchetto confezionato all’interno del quale c’è tutto il nostro cambiamento. Il cambiamento è duro, lungo nei tempi, diverso da come te lo aspettavi. Nessuno te lo vende già fatto. Devi prepararlo giorno per giorno, sapendo che di strada da fare ne hai tanta. Tantissima.
Una vita “sinceramente” etica parte da quell’avverbio: sinceramente. Iniziamo ad essere sinceri nel nostro modo di vivere etico. Le bugie che ci raccontiamo in questo senso sono continue. Non perché siamo cattivi o bugiardi. Magari siamo solo un po’ pigri. Magari abbiamo bisogno di qualche rassicurazione in più, magari abbiamo poco tempo o poche disponibilità. Magari abbiamo bisogno di calma, non siamo pronti a lasciare quella non-etica facilità, comodità o abitudine con cui conviviamo da sempre. Al punto da non percepire quello che c’è intorno a noi di non etico. Al punto di non accorgerci dei nostri piccoli, grandi o piccolissimi comportamenti che fanno la differenza. Tutta la nostra vita e i nostri gesti quotidiani possono essere etici oppure no.
Ci raccontiamo che trattiamo bene i nostri animali (spesso rinchiusi nelle nostre stesse gabbie) e che hanno bisogno di noi. In realtà siamo noi ad aver bisogno di loro e la maggior parte delle volte li carichiamo delle responsabilità e delle difficoltà delle nostre relazioni umane, spesso complicate, fallimentari, dolorose. Ci diciamo che abbiamo bisogno di mangiare carne. In realtà non vogliamo vedere cosa significa a livello etico e ambientale produrla in modo intensivo. Ci diciamo che la spazzatura basta riciclarla. E’ difficile accettare che dobbiamo fare il possibile per non produrla. Ci raccontiamo che ci serve questo e quello. Se andiamo a vedere ci serve la metà e forse anche meno dei prodotti che compriamo. Ci diciamo che servono sempre più soldi. Non vediamo che molti tra noi li guadagnano per spenderli in sigarette, gratta e vinci, cibo spazzatura, tv a pagamento, bar o ristoranti.
Ce la raccontiamo sulle relazioni. Una vita etica è prima di tutto attenzione a chi ci è vicino e a noi stessi: rispetto, ascolto e comunicazione non violenta. Dio, quant’è difficile!
Il cambiamento costa. Perché dobbiamo guardarci allo specchio senza veli addosso. Una vita sinceramente etica è un obiettivo da raggiungere. Iniziamo a pensare una vita sinceramente “più” etica. Questo possiamo farlo e da subito. Ristabilendo una connessione tra ogni nostra più piccola azione e le sue conseguenze. Immediate e future.