E coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica. – F. Nietzsche
Parto per affetti e rumori nuovi! – A. Rimbaud
Era inevitabile che finisse così. Potrei scrivere un post lunghissimo, pieno zeppo di sofisticate spiegazioni. Ma non ne ho voglia.
LLHT ha polarizzato in questi anni una forma di consenso strano. Profondo. Chimico. Quindi… chi deve capire, capirà. Ma, soprattutto, LLHT ha fatto emergere da profondità sconosciute alcune prospettive piuttosto urgenti. In me, innanzitutto; ma anche – ed è questo il suo più grande merito – in molte delle persone che hanno incrociato le loro vite con quella del blog. A partire da miei fantastici collaboratori che sono rimasti fino alla fine, Marìca, Enrico e Cristiana, con ciascuno dei quali si è instaurato un legame carsico (e carmico) che proseguirà oltre il tempo e lo spazio. Per proseguire con gli oltre dodicimila lettori che, sui miei tanti canali, sono lievitati per numero e spessore. Per concludere con le dodici persone che in questi anni hanno mollato il lavoro e cambiato vita, tributandomi gli onori (e le responsabilità…) per la loro scelta: Alessandro, Silvia, Ivan, Cristina, Fabio, Filippo, Francesca, Iris, Cristina, Monica, Claudia e Enrico. Avrete sempre un posto nel mio cuore: il mondo ha bisogno di voi!
Una menzione particolare va infine a noi diciotto licantropi dell’unico RICERCATI che il mondo avrà mai conosciuto, una specie di circolo druidico che, vagando nei boschi sotto la luna piena nella notte tra il 14 e il 15 maggio 2017, ha stretto un patto che non si scioglierà tanto facilmente. A tal proposito, ci tengo a riportare una breve riflessione che solo ieri ho condiviso nella nostra chat privata:
Alcuni ci sono ancora, ma non si vedono.
Qualcuno si vede, ma non c’è ancora.
I più tenaci ci sono, si vedono e si sentono.
In quel maledetto e benedetto weekend di plenilunio, abbiamo attivato connessioni profonde, oltre gli oceani del tempo. Non ve ne saranno altri, perché così fu deciso.
Ma noi siamo adesso capaci di ostentare cicatrici esibendo un sorriso. Siamo capaci, all’occorrenza, di trasformarci in lupi. Siamo persino capaci di fiutare e riferire, dietro lo sguardo silenzioso di una commensale, mari in tempesta che nessun altro vedeva. Siamo capaci di sincronizzare inquietudini affini. Siamo capaci di carezze e di artigli. Siamo capaci di tremare per l’ebbrezza di prospettive inconfessabilmente possibilitanti.
Noi oscilliamo da allora tra una condizione di ricercàti e una di ricercatori. Le paure dei fantasmi, o di ciò che potremmo trovare, sono sedate da cuscini di muschio. Perché le risposte, domani come sempre, arriveranno solo da quel bosco.
– – –
LLHT è stato tutto questo, per tutte queste persone.
Quanto a me, bé… lasciate che per una volta mi appelli al quinto emendamento e mi avvalga della facoltà di non rispondere. 😉 In questi ultimi 48 mesi mi sono successe diverse “cosucce”, con una tale frequenza e di una tale portata che considero già un miracolo il fatto di poter essere ancora qui a raccontare la mia visione delle cose, con la voglia di plasmare il futuro come e più di prima. Ho infatti ancora un qualche “progettino” per la testa, che tengo in parte nascosto per la riservatezza che esso merita e, non da meno, per la nebbia che – almeno a livello inconscio – ancora lo avvolge. Ma di una cosa potete essere certi: appena la nebbia si dissiperà, ne vedremo delle belle!
Chiudo con una nota tecnica: pur continuando su Facebook, LLHT (il blog) si ferma qui. Ma senza spegnersi: nella home page resteranno infatti quelli che considero i miei post più intensi di sempre. E che vi invito ogni tanto a rileggere, quando vorrete ricordarvi di questa flebile stella nello sterminato cielo del web.
E adesso avvicinati, che ti abbraccio forte, fortissimo… fino a farti mancare il respiro.