Poco pane, molto circo

“Panem et circenses” (letteralmente, “pane e giochi del circo”) è un’espressione latina, utilizzata per la prima volta dal poeta Giovenale, per identificare ciò che realmente interessava ai cittadini romani e, implicitamente, descrivere come i governanti potessero assicurarsene il consenso, mediante elargizioni economiche (pane) e l’organizzazione di spettacoli pubblici (circo).

MDM

Commodo (Joaquin Phoenix)
ne “il Gladiatore” (2000)

Inizialmente, ero indeciso se intitolarlo “Le cose che contano”, questo pezzo.

In molti casi, come stavolta, le cose che scrivo non vengono stabilite a priori, prima che cominci a buttar giù il pezzo cioè: a volte, un post è il risultato (nemmeno tanto scontato) di qualche studio, di qualche approfondimento, di qualche libro letto o di qualche esperienza personale. In altri casi, come appunto questo, non ho una scaletta precompilata. E il rischio che inevitabilmente si corre è che il pezzo assuma le sembianze di un diario personale, più che di un articolo. Ma non mi preoccupo granché, di questo. Ho infatti la convinzione che chi fino ad ora è venuto sin qui (e chi continuerà a farlo), senta innanzitutto il bisogno di identificarsi in qualcuno o in qualcosa, più che necessariamente di apprendere delle informazioni. Del resto, questa è una delle cose che mi avete indicato voi stessi, qualche mese fa, nel questionario di gradimento di LLHT.

Quali sono, dunque, le cose che contano?

E’ per caso… lo spread Btp-Bund? E’ quello che deciderà la Giunta per le Elezioni, lunedì prossimo alle 15, in merito all’espulsione dalle Istituzioni di un senatore condannato? E’ il soffio minaccioso dei venti di guerra, in Siria? E’ l’IMU? E’ la Service-Tax? Sono le amicizie su Facebook? E’ la soppressione, dai palinsesti televisivi, di Miss-Italia? E’ il bollettino di pagamento del canone che, due volte l’anno, mi recapita la RAI, nonostante io abbia ripetutamente invitato un loro funzionario a casa mia, per berci insieme una birra e fargli constatare di persona che non possediamo una televisione? E’ Equitalia? E’ il debito pubblico? E’ il nostro lavoro quotidiano? E’ la disoccupazione giovanile al 40%? E’ un buon stipendio? E’ il significato stesso che attribuiamo all’aggettivo “buono”?

Quali sono, davvero, le cose che contano?

GladiatoreOgnuno ha le sue, ci mancherebbe! E non sarò certo io, adesso, a stilare la mia lista. Ma LLHT, ricordandoci soprattutto la prima delle dieci regole del controllo sociale (“Distrarre il pubblico”), cerca comunque di abituarci a non guardare quel pollice orizzontale. A non curarsi, soprattutto, di come si… inclinerà!

Perché, comunque si inclini, per noi, per la nostra Vita, le cose non cambieranno! Infatti, come forse ricordate da un recentissimo postle cose non cambiano, siamo noi che cambiamo.

Ricordo a questo proposito un vecchio detto Lakota, attribuito a Cavallo Pazzo, che recita:

Il cane che lecca una mano non vede il coltello nascosto nell’altra.

Ecco, le cose che contano – nel bene e nel male – sono quasi sempre nell’altra mano, quella che non si vede. Sono, cioè, fuori dall’arena…

Buona domenica, ciao

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3 risposte a “Poco pane, molto circo

  1. Ecco alcune grandi verità, di quelle per intenderci che piacciono a me. 😉

    Come anche altri, penso e sono fermamente convinto che i classici hanno già detto tutto o quasi e che su questioni fondamentali, come ad esempio quello che conta veramente, non si possa inventare nulla di nuovo, che non sia già stato ampiamente visto e vissuto sotto il sole ed, appunto, decantato, dai classici.

    A triste conferma del fatto che le cose non cambiano e che siamo noi che nel corso della nostra pur breve vita cambiamo e le guardiamo con ottica, si spera, più matura o anche solo semplicemente diversa a seconda della nostra età, vi è ad esempio il ricadere sempre inevitabilmente nella violenza e nella guerra. Guerra che ovviamente, anche se le “scuse” ufficiali sono altre, può avere solo e solamente un motivo: quello economico, ossia quello della lotta per le risorse, sempre più scarse a fronte di una umanità sempre più numerosa.

    Cosa conta veramente? Per ciascuno di noi contano cose leggermente diverse, comunque sempre ascrivibili alla sfera del materiale (panem) e del piacere/divertimento (circenses) o meno frequentemente o meglio inconsciamente della spiritualità.

    Purtroppo, aggiungo io, spesso, troppo spesso, ciò che nuoce a qualcuno conta in senso positivo per qualcun altro: mors tua, vita mea!

    Anche in questo nulla è cambiato da quando mondo è mondo …

    • È vero: per molte persone contano solo le cose tangibili, come appunto pane e circo. Ma credo che, per fortuna, si stia facendo anche largo una nuova sensibilità nei confronti dei cosiddetti beni relazionali.
      In fondo, credo sia dello stesso Einstein la massima che recita:

      Di solito, le cose che contano non si possono “contare”; mentre le cose che si possono “contare”, spesso non contano.

      Potente, eh?
      Ciao

      • Bello questo post, me lo ero perso.

        Parlando di circo, e come giustamentamente ricordava Andrea, di regole del controllo sociale, mi torna in mente questa massima che direi complementare a quelle da voi citate: “Se non decidi della tua vita, qualcun altro deciderà per te” di Leo Buscaglia. Per la serie, se sei distratto accetti “la realtà” così come ti viene proposta.

        Vedo molte persone che non si pongono domande, accettano le situazioni senza il minimo dubbio sul fatto che le cose possano essere diverse, incasellate perfettamente nel pensiero mainstream.

        Probabilmente si sta diffondendo una sensibilità diversa, ma è un processo lento, e tutte le volte mi stupisco di quante persone non accettino il fatto che i tempi stanno cambiando…

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