Mi trovo in treno. Sto rientrando da Roma e, tra un pisolo di dieci minuti e qualche pagina del libro che sto leggendo, affronto alcune news online.
Improvvisamente, la mia attenzione viene attirata da un fatto increscioso, prontamente intercettato e denunciato dalle colonne del Corriere della Sera: un quotidiano che, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.
Per qualche istante, stento quasi a crederci! Anzi, mi dico: sarà sicuramente una montatura, la solita campagna denigratoria creata ad arte da qualche giornalista in malafede per screditare qualcuno. Invece guardo meglio e… NO: ci sono addirittura le foto!
Rifletto quindi se abbia senso dedicare un intero post di LLHT a una vicenda che potrebbe apparire marginale, agli occhi di qualcuno. E che, sicuramente, andrebbe derubricata a cronaca domenicale. Ma poi, vista l’oggettiva gravità dell’episodio e le sue potenziali ripercussioni sulla società civile, decido di contribuire a darne diffusione. Anche nel mio piccolo. Tutti, infatti, devono sapere…
Cos’è accaduto, dunque, di così grave? Non sarà – sento già qualcuno insinuare – la solita esagerazione? Lascio giudicare a voi. Pare – anzi: le immagini impietosamente DIMOSTRANO – che la senatrice del Movimento Cinque Stelle, Paola Taverna, abbia parcheggiato la sua auto con le ruote anteriori sulle strisce pedonali! Non so avete letto bene: la Taverna ha parcheggiato sulle strisce!!!
Capito il famoso senso civico dei grillini? Capito come si fa, voi paladini dell’intransigenza morale e dell’impegno civico?
Devo dire che anch’io, per un attimo c’ero cascato, a fidarmi del Movimento Cinque Stelle… Vuoi per aver smascherato prima di ogni altro la segreta collusione tra centrodestra e centrosinistra, negli ultimi vent’anni. Vuoi per la geniale intuizione del voto palese sull’estromissione di Berlusconi dal Parlamento. Vuoi per la rinuncia di 42 milioni di rimborsi elettorali, a cui avrebbero avuto diritto.
Però… cavolo, QUESTO POI NO! L’auto sulle strisce è un vero e proprio affronto alla pubblica moralità!! È un gesto che, dietro la subdola parvenza di una innocua leggerezza, nasconde in realtà una atroce indifferenza per la cosa pubblica, rivelando la pericolosa doppiezza di personaggi che davanti alle telecamere si mostrano belli ed educati, mentre nel segreto della loro quotidianità sono evidentemente capaci di abbandonarsi a deviazioni della moralità che non lasciano spazio a equivoci: di cosa sarebbe infatti capace, la Taverna, se un domani diventasse Ministro dei Trasporti? Di quali colpe saprebbe macchiarsi?
Per fortuna, però, che qualche paladino dell’Etica ancora esiste. Per fortuna si trovano ancora in giro giornalisti con la “g” maiuscola che, lavorando per quei pochi quotidiani nazionali ancora attenti alle sorti della nostra Patria, sorvegliano come cecchini questi potenziali eversori e, registrandone prontamente i comportamenti devianti, li espongono alla gogna!
Grazie, Corriere della Sera! Grazie a chi, davvero, difende sempre la Verità su temi così importanti.
Bene, dopo questa doverosa denuncia anche da parte mia, vi riporto per intero un contributo che sta facendo molto discutere e che – se mai ve ne fossero stati – mi auguro elimini ogni sospetto sulle effettive priorità di LLHT, riportandolo sui suoi… binari abituali. 😉
Il pezzo s’intitola “Quelli del Think Tank” ed è tratto dal blog di Eugenio Benetazzo (le immagini le ho aggiunte io):
Tratto dai meeting minutes di Campbell Minsk & Associates, think tank indipendente finanziato da filantropi statunitensi. Testo recuperato e interpretato da [… omississ …]. Onorati Colleghi, ci ritroviamo anche quest’anno per definire le principali linee di azione e di pressione nei confronti delle più influenti lobby dei paesi industriali e delle nuove economie emergenti. Prima di passare la parola al primo dei nostri guest speaker il quale ci relazionerà sui main events di natura politica ed economica di maggior rilievo che si verificheranno durante quest’anno analizzando i possibili scenari ed impatti che questi ultimi potrebbero avere sulle attività economiche e finanziarie dei nostri Clienti, Noi del Board vogliamo focalizzare la nostra attenzione sull’importanza delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo che si terranno alla fine del mese di Maggio. A riguardo sono costantemente visti in crescendo sia in termini di consenso che di visibilità numerosi partiti euroscettici. Questo fenomeno sembra essere trasversale in tutti gli stati europei, si va dalla Francia alla Finlandia, persino la Germania ha una forza politica a Noi avversa che si è attestata, per nostra fortuna, appena sotto la soglia del 5% alle passate elezioni.
Vogliamo spronarvi ad utilizzare tutta la vostra influenza ed ingerenza nei confronti dei vari canali mediatici in Europa per sminuire e ridimensionare sul nascere questa preoccupante forma di protesta e contrasto politico. Di contiguo a Noi anche alcune autorità sovranazionali ci hanno evidenziato i rischi sempre più oggettivi che si delineano all’orizzonte, nonostante i proclami istituzionali di tenore opposto. Vi ricordiamo, Onorati Colleghi, che i nostri Clienti e Sponsor non si possono permettere un esito elettorale controproducente, rischiando a quel punto di mandare in fumo il lavoro di quasi due decenni di pressing politico. Ritorneremo su questo comunque durante lo speech di Sir [… omississ …] che ci aiuterà a definire le varie criticità sistemiche del momento con un maggior grado di approfondimento. Tornando a Noi, ricordiamo come si stanno dimostrando molto efficaci le strategie che abbiamo intrapreso ormai da anni per disinnescare la bomba demografica che grava su questo pianeta, tema molto caro ai nostri principali finanziatori. L’opera di destabilizzazione e controllo della società moderna attraverso il ricorso a modelli di vita incentrati sulla conflittualità ed ambiguità sessuale deve per questo essere amplificata ulteriormente.
Sul fronte sociale si dovranno utilizzare tutte le risorse disponibili soprattutto grazie alle vostre entrature mediatiche affinchè si acceleri la diffusione delle modalità e degli strumenti di fruizione delle nuove tecnologie digitali che consentono a livello virtuale la condivisione delle proprie esperienze tra gli individui stessi congiuntamente al tracking delle interazioni e transazioni economiche di ogni persona. Dobbiamo cercare di rendere operativi sul mercato a livello retail i principali players entro due anni, in modo da avere il picco di massima diffusione entro il 2020. Questo ci consentirebbe di indebolire ancor di più quella nomenclatura collegata agli ideali cristiani, permettendoci di contrastare le istituzioni religiose che recentemente hanno tentato un recupero della loro credibilità e visibilità modificando internamente la propria leadership. Ricordiamoci, Onorati Colleghi, l’obiettivo finale che si prefiggono i nostri Sponsors: la creazione di una grande società globale con individui destabilizzati, privi di valori morali e di riferimenti culturali, ancorati esclusivamente a futili bisogni materiali grazie al plagio dei mass media che impongono di volta in volta mode, costumi e stili di vita pianificati e concepiti a tavolino per il controllo sistematico delle masse.
Voi fate come volete. Io, e con me LLHT, starò sempre dalla parte della ricerca della Verità. Perché, quando la si trova, ha un gusto davvero speciale…
A proposito: sempre in tema di verità, questa è la rilevazione più recente sul consenso in Italia al progetto europeista (fonte Demos & Pi):
Andrea
PS. Ricordo a tutti che questo sito è protetto da licenza Creative Commons. Nella fattispecie, la riproduzione del materiale è consentita solo se sono simultaneamente rispettati questi tre requisiti: (1) si riporta la fonte, (2) non si hanno finalità commerciali, (3) non si altera il contenuto (stralciandolo, remixandolo, etc…). Ciao.
….e io l’ho capito e ti ho semplicemente dato ragione.Non ti preoccupare, sei stato chiarissimo!
Eh sì, anche i grillini predicano bene e razzolano male: anch’io conosco un attivista di Rovigo, che non bada se l’auto la mette – per esempio – con la coda 10 cm fuori dal limite della casella di parcheggio. Dove si andrà a finire di questo passo? Non ci si può più fidare di nessuno, meglio continuare a votare, possibilmente per Renzi: più trendy di così…
Sulla parte seria del post, mi voglio soffermare su due cose.
1) Qualcuno sarà anche preoccupato, ma non sono tanto sicuro che i “nuovi nazionalismi” possano risolvere la situazione. Non mi sembrano “socialmente” progressisti: basta guardare quel che succede in Ungheria; o pensare che la situazione greca ha prodotto il boom di “Alba Dorata”. Ce lo immaginiamo il “Front National” al governo in Francia, riguardo al rispetto della libertà d’espressione o ai diritti delle minoranze?
Temo, in altre parole, che questi Partiti rispolvereranno la vecchia logica della superiorità locale (cioè il nazionalismo in senso classico), che potrebbe portare a nuovi conflitti regionali, prima che a un modello di Europa fondato su basi etiche. Se questo fosse lo scenario, le ben note lobby troverebbero il modo di sfruttarlo alla grande, allo stesso modo in cui si arricchirono con le due Guerre Mondiali: che del resto furono una loro idea.
2) Partendo dal mio punto di vista – per cui il Cristianesimo è un messaggio portato avanti da ben altri che i rappresentanti della Chiesa di Roma – e quello che dice il resoconto riportato, sembrerebbe che il tentativo di Papa Francesco sia più che un’operazione di maquillage.
Aldilà dei mezzi impiegati (altrove hai messo giustamente in risalto, Marco, i limiti informatici dell’operazione), bisognerà capire dove vorrà e potrà arrivare: al momento certi segni – come il battesimo della figlia di una coppia sposata solo civilmente – rimangono solo segni. I fatti sono ancora lontani da un vero cambio di direzione, anche se non c’è dubbio che ci vorrebbero molto tempo e molta cautela. Ma altre saranno le prove del fuoco.
P.S. – Il mortaio semovente tedesco da 600 mm. impiegato nella Seconda Guerra Mondiale, era chiamato semplicemente “Karl”.
La paura dell’ignoto (o, come qualcuno lo chiama, “salto nel buio”) sarà esattamente ciò che consentirà ai continuatori dello status quo di sopraffare gli innovatori.
Alcune considerazioni:
– il probabile ritorno di Mario Monti all’Economia o, comunque, nella compagine governativa (come, peraltro, profetizzai il giorno stesso dello spoglio elettorale: che rabbia, prenderci sempre…!);
– un ridisegno dell’esecutivo nella più totale e sfrontata incuranza dell’esito elettorale: il partito che ha preso più voti, cioè il M5S, continua a non essere nemmeno degnato di una vera opportunità (non le promesse da marinaio di Bersani);
– le continue dichiarazioni di Letta (o altri) di un impegno per portare a termine la legislatura (nonostante, solo pochi mesi fa, lui stesso dichiarava ripetutamente che il suo governo sarebbe durato al massimo 18 mesi);
– le insopportabili litanie sull’imminente ripresa (vedi rubrica Uova di Gufo, ideata appositamente per questo);
– le chiare indicazioni di una legge elettorale che, inevitabilmente, continuerà a imporre ai due maggiori partiti di coalizzarsi fra loro, per arginare la forza crescente dei movimentismi;
– l’allarme, pronunciato meno di un anno fa da Jim O’Neill (presidente di Goldman Sachs), che individuava in Beppe Grillo – altro che Cipro! – la vera minaccia al progetto europeista.
Tutti questi elementi fanno chiaramente capire, a chi ha occhi e orecchi per intendere, che siamo in presenza di una plutocrazia camuffata da democrazia: a decidere sono sempre quegli stessi, isolati centri di Potere, che hanno trovato in nuovi, giovani e astuti continuatori, il veicolo ideale per perpetuarsi all’infinito. Vent’anni fa fu così con il condannato Berlusconi. Oggi è così con chi, guarda caso, si premura di considerarlo un degno interlocutore per una prossima stagione di riformismo…
La paura dell’ignoto è ciò su cui si fonda il loro progetto. E, poiché questa paura è esattamente ciò che sociologicamente si pone alla base dell’INCERTEZZA (il vero male che affligge l’uomo moderno), insinuarla – mediante la crisi – nelle teste dei tanti, troppi cittadini disattenti, risulterà l’arma vincente per spuntarla ancora una volta.
Chiudiamo per un attimo gli occhi e riflettiamo: se la Crisi non fosse un effetto, ma una… causa?
Ciao.
PS. Ho corretto il nome del mortaio. A mia parziale discolpa, però, segnalo che la mia fonte era Wikipedia…
Beh, Wikipedia te la raccomando… Utilissima, ma occorre verificare volta per volta le fonti, come dire che certe volte occorre fare doppio lavoro: essendo aperta a tutti, ogni tanto saltano fuori svarioni, specie dal punto di vista tecnico, da far rizzare i capelli.
Per esempio, a proposito del V-3: l’immagine che hai inserito in apertura è quella del cannone ad accelerazione di Lymand e Haskell (GB – 1883), che quel progetto ispirò. Progetto che fu opera di ingegneri tedeschi (Osenberg e altri) e appoggiato caldamente da Speer. Goebbels non c’entrò nulla: fu pure un genio nel suo campo, ma si occupava di comunicazione, non di ingegneristica della quale non capiva una pera; era Albert Speer che sovrintendeva a tutto l’apparato produttivo del III Reich.
Bene, dopo aver dato ancora una volta sfoggio della mia erudizione nel campo storico-militare, passo a un’ulteriore riflessione sul comportamento elettorale degli italiani; forse esula un poco dal post di riferimento, ma mi vien voglia di scriverla adesso: magari ti darà spunto per un post dedicato, nel quale approfondire.
Anche se in qualche modo ho sempre “fatto politica” (in primo luogo attraverso la mia attività culturale), era dal 1979 che non facevo “politica attiva”. Operai fra il 2005 e il 2007 col Meet-Up ferrarese di Grillo e con “Movimento Zero” di Fini: ma i Meet-Up si occupano di informazione sul territorio, “Movimento Zero” non ebbe sbocchi pratici, rimanendo in sostanza una corrente di pensiero.
L’esperienza che dopo un anno mi son fatto nella mia città, mi fa seriamente pensare che questa faccenda della democrazia diretta, sia un po’ come mettere il carro davanti ai buoi.
Per funzionare, certo che funziona: ma si deve partire da persone “educate” ad usare questo strumento, se no è come mettere un’ascia in mano a una scimmia. Per esempio ho l’impressione che se adesso si facesse un referendum sulla reintroduzione della pena di morte, la maggior parte di quei coglioni di italiani voterebbe per il sì.
Allora – per farla breve – il punto è che solo crescendo le nuove generazioni nell’abitudine all’uso della democrazia diretta, si potrebbe pensare di avere un cambiamento significativo nelle cose. E un ragionamento del genere porta a due considerazioni purtroppo spiacevoli, per chi si augura di poter cambiare questo Paese in tempi brevi:
1) La maggior parte delle attuali generazioni sono perse. Se ne potranno recuperare porzioni. gruppi o singoli individui, sulla base dei risultati che un nuovo modello di società riuscirebbe a ottenere, ma la maggior parte è persa.
2) La miglior cosa da fare rimane quella di organizzare “isole” di resistenza, sulla base di questo sistema: ciò permetterebbe a chi ci crede di sopravvivere, senza sfiancarsi in una lotta contro i mulini a vento; e fa comunque sperare che da lì si possa “trasmettere il contagio”. Il concetto di “isola di resistenza” non esclude la possibilità che piccoli Comuni, possano a un certo punto – e anche presto – passare a questo modello politico. Ma dubito che la cosa possa trasferirsi, in maniera pacifica, a strutture più grandi; anche se l’esperimento in Comuni di una certa importanza (Comacchio, Parma) va avanti.
Tutto ciò che dici mi fa pensare che tu non sia per la Democrazia. E sinceramente non credo che considerare questa eventualità in modo realistico debba essere un tabù. Chi diavolo l’ha detto che l’opinione dei più sia migliore? La stessa meritocrazia che spesso è affiancata malamente alla democrazia ha origini, inclinazioni e conseguenze “etimologicamente” aristocratiche. La Democrazia è considerata più giusta “solo” perché si da per scontato che sia impossibile e quindi sempre iniquo valutare il peso e la meditazione associata ad un voto, dunque si procede col dare un peso uguale a ciascun voto: a quello dato per simpatia, a quello dato per puro caso e a quello frutto di lunghe notti e tentativi di previsione e progettazione del futuro. Quel valore oggi è appunto uguale per tutti, il ché è tanto il minore dei mali quanto un’ingiustizia palese (e comunque tende a zero)
Potrei risponderti, Marco, (mezza provocazione e mezza verità) che non esiste una forma di governo perfetta o solo migliore delle altre: è la percentuale e la qualità dei rischi che si corrono in ciascuna, a fare la differenza; e i rischi – a prescindere dalla forma di cui si può parlare – sono minori quanto maggiori sono i “contrappesi” al potere che ha in mano la classe (o il gruppo) dominante.
Per chiarirci, più la forma di governo è verticistica, più aumentano i rischi; ma – al contempo – anche la possibilità che vengano valorizzate le forze migliori. In questo senso, qualunque Impero (a cominciare da quello Romano) ne è ottimo esempio: con alternanze di governanti che fecero passare lo Stato di botto dalle stelle alle stalle, dallo “optimum princeps” al criminale psicopatico. Con la democrazia rappresentativa si dovrebbero minimizzare i rischi: ma – essendo questo il governo dei mediocri – anche la possibilità di avere una società meritocratica. L’esempio italiano è, anche in questo caso, il migliore che abbiamo sott’occhio.
D’altro canto un’oligarchia ibrida come quella veneziana, fu uno dei prodotti politici migliori che si possano esaminare, almeno in Occidente e in epoca storica. I meccanismi di voto inventati per l’elezione delle massime cariche, per quanto possano sembrare perversi, riuscirono nella maggior parte delle occasioni a spezzare possibili lobby e a portare a quelle cariche persone sostanzialmente imparziali. E il “tempo di decadimento” di questo Stato è lì a dimostrarlo. Che poi avesse le sue storture e le sue zone d’ombra, questo è assodato; ma forse, alla fine, inevitabile in un organismo complesso com’è appunto uno Stato e non un villaggetto di una cinquantina d’individui.
Non è che sono contro la Democrazia, anzi quella di base mi sta benissimo; il suo rischio è che l’individuazione del migliore volta per volta, finisca per cristallizzare certe persone in certe posizioni, con l’involversi poi verso situazioni verticistiche. Ma è un rischio che si potrebbe correre, specie visto il punto al quale si è arrivati. Il mio dubbio è, come ho scritto nel commento al post, che si stia mettendo il carro davanti ai buoi, che solo una minoranza della nostra popolazione sia in grado di manovrare correttamente questo sistema; e che il resto non possa impararlo in pochi mesi…
Immagino che il testo del think tank sia una sparata, appunto, un discorso da lobby da fumetto: nessuna conventicola di multinazionali seria rischierebbe mettendo nero su bianco ciò che magari pensa poiché esso potrebbe venir loro, e puntualmente viene loro, rinfacciato proprio in quanto scritto. Tutto questo non credo nemmeno possa essere pronunciato in conferenze stampa, congressi, ecc. perché, appunto come si dice essere avvenuto in questo caso, il rischio di un tizio col taccuino/registratore c’è. Secondo me si limitano a pensarle certe cose, cose che si sanno ma non si dicono.
La questione delle strisce? Per me è un brutto segnale ma ciò non toglie che è stato ingigantito ad arte, proprio prendendo il particolare e facendone un criterio di giudizio per l’intera persona (questa, se ci pensi, è proprio la definizione da dizionario di discriminazione: dedurre da un dettaglio aborrito, spesso un singolo atto o un’appartenenza, tutta una serie di inesistenti caratteristiche negative di un intero-persona). Avrebbero, secondo la stessa logica, potuto dire che già dal fatto che è una senatrice Cinque Stelle ne consegue che è un’intrigante coinvolta in progetti satanici e nulla nella sua vita segue la retta via, dall’auto alla casa alla sua stessa esistenza nel piano del Creatore. Se però così avessero detto avrebbero ammesso il pregiudizio stesso, dunque eccoli compiere questo mirabile “zoom concettuale” sull’inevitabile pagliuzza e, “per carità, sposti la telecamera a sinistra, ché non si veda la trave del presentatore, giudice e parte in causa!”. Conclusione: ha fatto una cosa sbagliata. Promette male se seguirà quel criterio anche per cose più grosse. In ogni caso per ora non ha fatto altro mentre altri hanno già fatto di peggio dopo aver parcheggiato meglio l’auto.
Ciao Marco, rispondo sul tuo secondo punto: speravo di essere stato sufficientemente sarcastico, ma evidentemente così non è stato.
Lo scrivo allora chiaramente, per fugare ogni equivoco: la mia indignazione era FINTA e (speravo) IRONICA!
La seconda metà del post, infatti, era la dimostrazione che esistono campagne mediatiche, concepite ad hoc per screditare qualcuno o qualcosa, che partono da molto in alto (ammesso che l’articolo di Benetazzo sia fondato, ma non ho motivi per dubitarne).
Infine: i pezzi d’artiglieria pesante di cui ho cosparso il pezzo avrebbero voluto indicare che, evidentemente, si stanno dispiegando le armi per una guerra non convenzionale…
Paola Taverna, come ho scritto in alcuni post precedenti, ha tutta la mia ammirazione per quello che sta facendo.
Ciao