Dieci motivi per cui licenziarsi (parte 2)

Seconda parte dei dieci buoni motivi per licenziarsi, stilati da James Altucher (ex gestore di fondi hedge e collaboratore del Financial Times) e tradotti da LLHT. L’undicesimo consiglio, invece, provo a darvelo io.
Fate in modo che questa non resti soltanto la… lettura di un post: c’è una vita, la fuori, che aspetta solo noi!
 

Separatore

6Work) Il lavoro che avete soddisfa le vostre esigenze? Definirò le “esigenze” nel modo in cui ho sempre fatto, basandomi cioè sulle cosiddette quattro “gambe” della quotidianità: mi riferisco cioè ai vostri bisogni fisici, a quelli emotivi, a quelli dell’intelletto e a quelli dello spirito. Ora chiedetevi: il vostro lavoro, oggi, soddisfa questi quattro bisogni?

L’unica volta che ho avuto un lavoro che, nel mio caso, li soddisfaceva è stato quando ho dovuto seguire una piccola attività che mi lasciava il tempo di scrivere, di gestire per mio conto i miei affari, di divertirmi e di trascorrere il tempo con gli amici.

I periodi in cui, invece, così non è stato sono stati proprio quelli in cui lavoravo troppo duramente, in cui avevo a che fare con persone che non mi piacevano, la mia creatività era soppressa, e così via. Quando ci si trova in situazioni come questa, è necessario trovare una via d’uscita. Le vostre mani non sono fatte solo per prendere appunti. O per infilare carta in un fax. O per impugnare un cellulare e parlare con persone sgradite. Di qui a cento anni, le vostre mani saranno avvizzite o marcite all’interno di una tomba. Finché potete, fatene un uso il più meraviglioso possibile. Date un bacio alle vostre mani, fatelo ora! Diventeranno magiche.

Si potrebbe obiettare che non tutti hanno il diritto di avere tutti quei bisogni soddisfatti dal proprio lavoro. Questo è vero. Ma poiché già sappiamo che lo stipendio non rende felici, diventa più facile modificare lo stile di vita e lavorare quanto basta per soddisfare quei bisogni. E… più questi bisogni sono soddisfatti, più si creano le condizioni per un vero benessere.

retirement7) Avrete una pensione di m**da. Non importa quanto riuscirete a mettere da parte per la vostra previdenza. E’… finita! L’intero mito del risparmio è sfumato. L’inflazione si mangerà la maggior parte del vostro piano previdenziale. E, per incassare quel piano di pensionamento, dovrete vivere un sacco di anni, facendo cose che non vi piace fare. E poi improvvisamente vi ritroverete a 80 anni, ridotti a vivere in uno sgabuzzino e riuscendo a malapena a scaldarvi di notte.

L’unico piano di pensionamento sensato è: sceglierselo da soli. Avviare cioè un’impresa, o un’attività o adottare uno stile di vita che consenta di mettere qualche soldo da parte. Alcuni diranno: “Ma io non sono un imprenditore!”

Non è vero. Ognuno di noi lo è. Gli unici requisiti sono: avere capacità di fallire, capacità di avere idee, di proporle agli altri, di metterle in pratica, di essere perseveranti e di continuare, imparando dai propri fallimenti a vincere la sfida successiva.

Quali altre scelte avete? Resistere in un impiego in cui il vostro capo vi schiaccia e, al momento che riterrà opportuno, vi rimpiazzerà, con un stipendio al minimo indispensabile per sopravvivere, alternando complimenti ad insulti e tenendoti cioè come pesce all’amo.

E’ questa, la vostra unica scelta? Solo questa?

empowerment8) Evitate le scuse. “Sono troppo vecchio”, “Non sono creativo”, “Ho bisogno di un’assicurazione”, “Devo far crescere i miei figli”.

Una volta mi trovavo a una festa. Una bellissima donna si avvicinò e mi disse: “Ciao James, come stai?”

“E questa chi è?”, mi sono chiesto.

“Sto benone!” le ho risposto, ma non avendo idea di con chi stessi parlando. Perché quella donna parlava con me? Ero troppo brutto, per lei. Mi ci sono voluti un paio di minuti di conversazione per capire chi fosse. Scopro così che lei era la stessa, sciatta ex collega che era stata licenziata, sei mesi prima, dallo stesso posto in cui lavoravo io. Ricordo che aveva pianto, mentre raccoglieva le sue cose, dopo essere stata licenziata. Era fuori forma, dimostrava 30 anni più di quelli che aveva in realtà e… la vita le stava virando al peggio. Fino a quando, un bel giorno, si rese conto di essere finalmente fuori da quello zoo!

“E’ troppo facile metterla così”, mi dice la gente. “Alcuni di noi NON POSSONO evitarlo, quello zoo.” Davvero? Anche quella donna ora bellissima, in fondo, pensava che non avrebbe potuto…

“Che cosa fai adesso?” le ho chiesto.

“Oh, bé… consulenza.”

Molti mi dicono: “Io non posso fare il consulente: che cosa andrei a consigliare?”

Io rispondo sempre, rassegnato: “Ok, hai ragione!” Chi sono io per convincerli del contrario, in fondo? Se qualcuno insiste nel voler stare in prigione, nonostante la porta sia aperta, io smetto di discutere. Facciano come vogliono. Fate come volete!

babysteps9) Sì alla politica dei piccoli passi. “Non posso semplicemente… licenziarmi”, mi dice la gente. “Ho le bollette da pagare!”

Ok, chiaro. Nessuno sta dicendo di farlo oggi stesso. Prima di correre una maratona, ogni essere umano ha sempre imparato a gattonare, poi a fare piccoli passi, poi a stare in piedi da solo, quindi a camminare e infine a correre. Fate esercizi quotidiani, sia fisici che mentali, restate in forma. Solo dopo, potrete correre la vostra maratona.

Fatelo oggi stesso, quell’elenco. L’elenco di ogni sogno che avete. Voglio essere uno scrittore di successo. Voglio ridurre i miei bisogni materiali. Voglio liberarmi di tutte le preoccupazioni che mi hanno sempre assillato. Voglio essere fisicamente in forma. Voglio aiutare tutte le persone intorno a me, o le persone che fanno parte della mia vita. Voglio che ogni mia azione sia una fonte di ispirazione per gli altri. Voglio avere intorno solo persone che mi piacciono e che mi vogliono bene. Voglio avere tempo per me stesso.

Occhio: QUESTI NON SONO OBIETTIVI. Sono “modi di essere”. Cosa posso fare, ogni giorno, per metterli in pratica? Si inizia appena svegli la mattina. “Chi posso aiutare oggi?”, mi domando ogni mattina appena apro gli occhi. E’ questo che intendo con “piccoli passi”. Ed è questo il modo per andare incontro alla libertà.

Lighthouse at Twilight10) Il vostro lavoro non potrà MAI arricchirvi. Solo evadendo dalla prigione rappresentata dalla vostra fabbrica o dal vostro ufficio, potrete ottenere un vero benessere. E’ difficile vedere lo splendore dei giardini, quando si è bloccati in prigione.

Il benessere arriva solo quando ci si mette in marcia verso le proprie aspirazioni. E quando si è veramente in grado di migliorare la vita delle persone che vi stanno intorno. Svegliatevi ogni giorno con questo tipo di motivazioni. Rappresentate un’opportunità per la vostra famiglia, per i vostri amici, i vostri colleghi, i vostri clienti attuali e quelli potenziali, i vostri lettori e tutte le persone che ancora non vi conoscono ma che potrebbero essere interessate a farlo.

Cercate di diventare una specie di faro per tutti gli altri, e vedrete che – anche quando la notte è buia – tutte le imbarcazioni si muoveranno verso di voi, portandovi il carico delle loro stive.

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4 risposte a “Dieci motivi per cui licenziarsi (parte 2)

  1. Quella veramente ostica, e non credo di dire nulla di nuovo, è la 8. Quella di fronte a cui l’unica cosa che resta da fare è rispondere come hai fatto tu, fai come vuoi! Se si superano le “scuse”, l’80% è fatto e “ci si mette al lavoro”, diversamente significa che non si è ancora disposti. Punto.
    E buongiorno!

  2. E’ molto bello… Sulle mani non potrei essere più d’accordo: sono una risorsa che non sappiamo di avere nella maggior parte dei casi. E sono la porta attraverso la quale passare. Le mani hanno una memoria, un po’ come il cuore. Prima non ci credevo. Adesso, invece, sì.

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