La terra è in catene. E quelle catene si chiamano Tempo, Denaro, Velocità, Fretta. Tutte cose che la Terra non conosce. Sono invenzioni dell’uomo.
La terra è schiava: deve produrre frutti che non produrrebbe mai in stagioni che non sono le sue, sbrigarsi a concepire figli che non conosce e partorire creature malate e modificate il cui scopo non è più quello di nutrire ma di generare soldi.
La terra è privata della sua vita, del suo tempo lento, necessario a ripetere e mantenere il suo ciclo vitale. Non le viene concesso di fecondarsi, difendersi, riprodursi e vivere autonomamente e naturalmente così come Natura vorrebbe.
I frutti devono crescere su presto, nel minore tempo possibile, essere gonfiati, raccolti, trasportati e venduti in supermercati pieni di gente che distrattamente e velocemente comprano senza neppure sapere. Così come velocemente e distrattamente consumano. Chi conosce più, ormai, i tempi della terra? Chi sa quanto ci vuole perché un cavolfiore (creatura splendida se solo ci soffermassimo a guardarla da vicino) emerga dalla terra, inizi la sua lotta contro i bruchi, la vinca, inizi a circondarsi delle sue meravigliose foglie, inizi a trasformarsi in fiore, si offra a noi?
Ci vuole un tempo che è quello della terra. Non il nostro tempo sottomesso alle logiche del profitto e della quantità. Ci vuole il tempo della ragione, della natura, della sostanza e della qualità. Quello del giusto, del poco, del moderato, del necessario, del vero, spontaneo e genuino.
L’orto sinergico è lento. E’ più lento rispetto agli altri orti. Le cose crescono lentamente, sono più piccole, meno belle. Meraviglioso ma lento. Questo era il mio pensiero di qualche giorno fa. Il pensiero, però, è distorto dalla logica a cui sono stata abituata, dalla logica che controlla le nostre vite e le nostre menti, i nostri comportamenti e perfino le nostre relazioni.
Ma la terra non può essere lenta se diamo a questo aggettivo un’accezione negativa. La terra non può essere altro che giusta. I tempi della terra non possono essere troppo lenti, inadeguati e i suoi frutti non possono che essere belli. Sempre.
La mia è una terra libera. Nell’orto sinergico la terra si è liberata, non è più schiava, si esprime per quello che vuole essere. Non più disturbata, areata, mossa, compressa, sottomessa. Libera di essere se stessa.
L’orto sinergico è dove la terra si libera dalle catene che le abbiamo imposto e dove, liberata, invita anche noi a farlo. Ogni giorno. Anche fuori dal nostro piccolo orto.
La terra recupera mentre produce, noi produciamo al doppio e poi abbiamo bisogno dell’inattività completa (il sonno nel migliore dei casi, oppure cicli di esaurimento a voler esser foschi)
L’abbandono del tempo ciclico per il tempo lineare è la conseguenza del cambiamento epocale che vide l’uomo assumere le forme del dominio. In natura non esiste né la velocità, né la lentezza, il tempo serve a noi come parametro per comprendere e a volte soggiogare il mondo.
In natura tutto accade come è giusto accada, la vita ne è l’espressione. L’orto sinergico è la carezza dell’uomo alla terra, che risponde semplicemente con i suoi frutti, con la vita.
Accelerazione come forma di aggressione, dunque? Vorresti dire che l’umanità è un tumore?
la Terra sopravviverà all’Uomo, questo è certo, nonostante tutte le azioni contro di essa, forse per un principio di omeostasi del pianeta, o forse semplicemente perché la più intelligente delle creature è stata quella che ha accelerato la sua estinzione, rimanendo in piedi su questa Terra meno dei bistrattati rettili.