Belle pulite

Non sono un’esperta e, anzi, sto imparando pian piano. Quattro o cinque anni fa ho iniziato a pormi il problema delle creme e dei prodotti per la pelle che usavo. Ho visto che anche le migliori (quelle che consideravo migliori) creme avevano dentro sostanze che non mi piacevano. Quali sostanze? Beh, ho iniziato a leggere le etichette per davvero e a cercare di raccapezzarmici. Una buona fonte di informazioni è il biodizionario di Fabrizio Zago che si trova disponibile on line.

Quando chiedevo in farmacia o in profumeria non sapevano rispondermi adeguatamente e così ho iniziato a farlo da sola. Ho scoperto, così, le materie prime. Mi sono innamorata del burro di karité (vera magia) dell’olio di argan, dell’olio di jojoba, dell’aloe e di altri oli, tanto da iniziare ad usare solo materie prime sulla pelle di viso, corpo, mani… Quindi pozioni estemporanee fatte al momento con burro o olio di argan con gel d’aloe o olio di jojoba sulla pelle bagnata.

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Poi ho iniziato a pasticciare un po’, da poco e con estrema semplicità. Ma i risultati ci sono, la spesa è minima, la soddisfazione immensa e il benessere a tutti i livelli, non solo per me ma anche per ciò che mi circonda. Sono creme pulite perché non producono spazzatura, plastica, imballaggi, inquinamento per essere trasportate, animali per essere testate, derivati del petrolio per essere prodotte.

Come faccio la crema per il viso: 40 grammi di olio di argan, 20 di burro di karité, 60 di acqua distillata di rose (se la trovate biologica è meglio), una puntina di gel d’aloe.

Lascio scaldare a bagnomaria gli oli e i burri montati (appena scaldati) e aggiungo a filo l’acqua distillata. Continuo a mescolare con una frusta fino a quando non è bene amalgamato il tutto togliendo, però, dal bagnomaria. Poi aggiungo una puntina di gel d’aloe e mescolo ancora. E’ fatta.

Conservo in frigo perché, non essendoci conservanti a parte quelli dell’acqua distillata di rose, non può mantenersi come una crema acquistata. Il burro montato lo tengo precedentemente in un barattolino perché lo uso normalmente per i piedi. Non è altro che burro di karité frustato dopo averlo scaldato un pochino. Diventa cremoso e morbidissimo come panna.

CIMG5914Come faccio la crema per le mani: 40 grammi di olio d’oliva extravergine, 20 di burro di karité, 60 gr di acqua distillata di rose e un cucchiaino di cera d’api. Faccio scaldare i grassi con la cera d’api (pochissimo e sempre a bagnomaria). Poi inizio a mescolare e aggiungo a filo l’acqua distillata. Mescolo ancora fino a quando non è raffreddato il tutto e aggiungo alla fine 5 gocce di olio essenziale di limone. Anche questa deve restare in frigorifero.

I barattolini li sterilizzo mediante bollitura, li faccio asciugare e faccio il travaso della crema.

La cera d’api la prendo da Alessio, apicoltore che cura personalmente le sue api senza depredarle. Ma per le vegan che non se la sentono è possibile evitarla. Già l’olio d’oliva e il burro di karité sono ottime materie prime per la pelle.

Io faccio così, ma in rete ci sono moltissime altre  proposte. Provate!

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5 risposte a “Belle pulite

  1. Anche se non risparmiassi, è una soddisfazione. Lo vuoi diverso, il sapone? Beh, aggiungi un altro olio essenziale, lo vuoi più denso lo shampoo? Vari le proporzioni. E chi le aspetta più le marche, pregandole di fare prodotti adatti al consumatore?

    • Sì, Marco. Risparmio notevole, soddisfazione, riscoperta delle materie prime, conoscenza delle sostanze usate, minore impatto sull’ambiente. Le marche li fanno i prodotti adatti al consumatore solo che sono prodotti a tutti i costi. Conta solo produrre e soddisfare un cliente del tutto ignaro, superficiale ed estremamente distratto, preso dalla necessità di risultati costosissimi in termini ambientali, inutili, spesso prodotto di un desiderio innescato e non profondo.

      Basta vedere i detersivi e i pre e post prodotti di ogni genere. Quello che bisogna cambiare è l’aspettativa. Per lavare come vogliamo noi ci hanno e ci siamo assuefatti ai tensioattivi altrimenti i vestiti non si lavano e non saranno perfetti come vogliamo noi. E allora forse bisogna lavorare proprio su quello altrimenti andremo alla ricerca (anche naturale) di creare il prodotto che più si avvicinerà a quel risultato e sempre destinato a rimanere, perciò, insoddisfatto.

      Per le creme è molto difficile per le donne. Figurati se non lo capisco visto che sono una donna anch’io. Il mito degli antirughe (che non esistono e non possono esistere), la bellezza di quella testimonial che vorremmo raggiungere anche noi perché l’immagine è vincente e piena di luce, il giudizio che ci sentiamo addosso se stiamo invecchiando, il mito della perfezione.

      Io credo che la decrescita e il consumo attento e consapevole si possa coniugare in modo particolare al femminile riappropriandoci intanto della nostra immagine e rendendola più vicina a ciò che siamo davvero. Possiamo liberarci della soggezione di farmacie, profumerie e pubblicità che per anni ci hanno reso nient’altro che consumatrici distratte e superficiali.

      Non voglio rinunciare a questi aspetti della mia femminilità ma voglio farlo con la testa, non a tutti i costi e, soprattutto, contribuire a crearne una nuova da quella che ci hanno sempre proposto. E’ un modo di prendersi cura di se stesse e di guardarsi con occhi molto diversi. Autentici, finalmente.

      • Due cose mi viene da aggiungere: le donne sono vittime ancor di più degli uomini nelle campagne consumistiche e nella rappresentazione della vita, nei vari aspetti, come modello irreale, producendo frustrazioni e senza di inadeguatezza. La seconda è che produrre da soli crea un circuito di pensiero per cui se ne conosce tutti gli aspetti: la soddisfazione personale, la conoscenza degli elementi e la loro interazione, il sacrificio e in conseguenza di ciò si crea consapevolezza.

  2. Grazie, Matteo… è una scoperta molto bella. E’ un viaggio che non finisce, però. E rimane da interrogarsi sulla provenienza, le modalità di produzione e di distrubuzione anche delle materie prime… Ci sto lavorando. Nel mio piccolo…:-)

  3. Articolo molto interessante scritto con la bellezza della volontà di condividere le cose buone. Utile sia per le indicazioni tecniche che per indicare che vi è spesso una alternativa naturale, autonoma e soddisfacente per tanti aspetti quotidiani. Brava.

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