Marco è un eroe. No, nessuna retorica. Lo è, almeno in base alla definizione che di eroismo dà Phillip Zimbardo, lo psicologo americano reso celebre nel 1971 dall’esperimento carcerario di Stanford:

Gli eroi sono persone ordinarie (1) le cui azioni hanno un impatto sociale straordinario, (2) che agiscono quando tutti gli altri restano inerti e (3) che abbandonano l’EGO-centrismo in favore del SOCIO-centrismo.
Marco ha 19 anni e si è messo in contatto con me qualche mese fa, su suggerimento della sua professoressa di inglese, perché aveva intenzione di portare all’esame di maturità una tesina sul cambiamento climatico e sulla sensibilità ambientale, focalizzandosi sul ruolo attivo degli individui: quella che io da sempre chiamo cioè responsabilità diretta.
Mi ha chiesto un aiuto e io ho fatto tutto quello che fosse nelle mie possibilità per dargli una mano, fornendogli documentazione, riferimenti bibliografici e, soprattutto, supporto. Previa sua autorizzazione, riportai parte dello scambio fra noi nel post Eccolo, il perché (che vi invito a rileggere prima di procedere).
Marco mi inviò poi la tesina, che già nel titolo (“Nessuno potrà dire che non sapeva“) evoca il carattere ambizioso del lavoro e il cui capitolo 4 (“Soluzioni per cambiare”) è interamente dedicato a Low Living High Thinking.
Passati gli esami, ho mandato a Marco una mail, in cui gli ho chiesto come fosse andata.
Questa è stata la sua risposta:
Ciao Andrea,
Scusa se ti rispondo solo ora, ma tra le vacanze e tutto il resto me la sono presa con calma.
Per quanto riguarda la tesina, non so quanto possano aver capito o quanto possano averla apprezzata. Ti dico solo che dopo quindici minuti di spiegazione approfondita e appassionata da parte mia, la prima domanda che è sorta ai professori è stata sapere come ci fossi arrivato, a scuola; quando allora io in tutta onestà ho risposto “in macchina”, mi hanno detto che non ero coerente con ciò che andavo dicendo. Al che, ho risposto che il giorno della mia maturità, con il caldo che faceva e abitando anche abbastanza lontano, non avrei potuto presentarmi in altri modi, ma questa risposta non gli è interessata minimamente.
Altra domanda intelligentissima sorta alla mia professoressa di filosofia è stata se io e te comunicassimo con i piccioni viaggiatori. Dopo aver sentito questa domanda, che mi ha dimostrato davvero l’ignoranza e l’arroganza di certa gente, ho capito che di tutto quello che avevo detto non ci avevano capito nulla!
Aiuti zero, solo critiche: così è stata tutta la maturità, che mi ha dato una grande delusione visto soprattutto che, dopo il percorso intenso durato cinque anni, uscire con un voto abbastanza scadente (che non mi rappresenta) mi ha fatto imbestialire. Ma dopo tutto è così, ormai ci sono passato sopra e ora voglio solo dimostrare a quei professori che si sentono degli “dei” che in realtà di me non hanno capito proprio nulla.
Comunque le mie soddisfazioni me le sono prese anch’io, perché appena finito gli esami ho iniziato a far leggere la mia tesina a tutte le persone a me vicine, riscontrandone grandi successi: e ciò mi rende felice.
Ti ringrazio ancora per l’aiuto datomi, forse ci capiamo di più io e te che non ci siamo mai visti, che io e i miei ormai ex-professori, che mi hanno visto e conosciuto per cinque anni… HAHAHAHA, l’inefficenza della scuola pubblica! Ti ringrazio ancora, buone vacanze.
Marco

Caro Marco (e cari “maturati” che vi state facendo coinvolgere in questo pezzo), chi vi scrive non è mai andato a scuola – fino all’Università – in vita sua. Una settimana, per la verità, in 2^ elementare: penso che fossero curiosi di vedere se ero di colore verde e con le antenne.
All’esame di 3^ media volevano bocciarmi, perché venendo da una famiglia anarchica e di non sposati, non potevo avere i numeri e dovevamo essere rimessi tutti in riga; per fortuna c’era una docente di quelle serie, che s’incazzò come una iena, così passai.
Stufo di queste trafile, alla maturità (Liceo Classico) ci andai portando tutti gli anni in una volta, dopo aver studiato per cinque. Entrato alle otto e uscito alle 14,30, gli insegnanti erano alla fine più fusi di me… Uscii con 38 (se ricordo bene), un voto che, preso in questo modo, per me vale comunque doppio.
Caro Marco, delle tre componenti scolastiche e con tutte le fragilità che ha, quella degli studenti rimane la migliore; e ti garantisco che peggio degli insegnanti, sono i genitori: sono loro che, semmai, rovinano per primi i propri figli.
Grande prova di maturità, la tua, son felice per te e per quelli come te. Poi la verità sta nel mezzo: molti (la maggior parte? Spero di no…) di quei giovani che han mostrato interesse per il tuo lavoro, si perderanno per strada, non illuderti. E d’altro canto mi spiace, Marica, ma credo che chi non si sveglia adesso, si sveglierà FORSE. Nell’uno e nell’altro caso, per quanto facciamo, sono solo decisioni loro; quindi evitiamo di sudare troppo: perché se cominciamo a illuderci, finiamo per chiederci se “per caso” non stiamo sbagliando noi. E questo potrebbe essere l’inizio della fine, l’inizio di un ripiegarci nello sconforto e nel ritorno all’ovile. Sapete quanti ne ho visti finire così, o anche (molto) peggio?
Caro Marco, la rotta te la sei tracciata giusta. Adesso buona vita!
Sono uscita dalla maturità con il voto più stupido che avessi sentito all’epoca e che credo di aver preso giusto io e un mio compagno, 43 (c’erano i 60esimi). Ero infuriata, non ero io, ma il commissario interno (mi hanno raccontato) dopo 5 anni non sapeva chi fossi e quindi non sapeva che dire al momento della decisione. Oggi quasi 30 anni dopo, ho iniziato il mio MBA in ethical and sustainability in business in una Università Inglese. Sono stata ammessa per il lungo cv che mi sono costruita da sola. Alla faccia di quello stupidissimo esame di maturità che mi aveva tolto il sonno!
Marco, guarda avanti e sii fiero di te stesso, conta solo questo!
Voglio raccontare la mia maturità tanto per sdrammatizzare su quanto accaduto a Marco anche se poi alla fine non sono un esempio fulgido come MrsMichela in quanto faccio solo l’autista per l’Atac di Roma 🙂
Cambio istituto dopo un quadrimestre per motivi di salute e da una scuola che mi faceva sognare e ti portava a farlo come l’aeronautico mi iscrivo alla classica e triste ragioneria sotto casa.
Per farla breve smetto di studiare e al quarto rimedio anche una fantastica bocciatura.
Arrivo agli esami e ad una settimana da essi vengo avvisato che la professoressa di francese, unica materia in cui avevo 7 e che avrei portato agli orali, mi aveva lasciato con un’insufficienza come regalo di addio dopo 6 anni prima di andarsene in vacanza.
Incoscente, arrogante e stupido ci risi su facendomene quasi un vanto e cambiai materia portando italiano.
Quasi mi fossi levato un peso la letteratura è stata la parte migliore del mio esame portandomi a un 40 ancora più ridicolo del 43 di Michela e ribadendo per l’ennesima volta che avrei potuto dare molto di più se solo non fossi stato così “adolescente”.
Finita la parte del romanzo quello che veramente volevo raccontare è come poco dopo, appena gli orizzonti della vita e della mia personalità si allargarono un po di più, venni a sapere molte cose tra le quali il fatto che i miei “amati” “educatori” mi bocciarono insieme al 60% della mia classe, oltre che per nostri “meriti”, principalmente per impedire la chiusura di una sezione e salvare il comodo posto di lavoro sotto casa.
A quel punto tutte le cose “magicamente” acquistarono il valore che avevano sempre avuto in realtà in quel periodo cosiccome persone che erano state tanto importanti finirono per svanire completamente perchè di valore non ne avevano nessuno.
Scusate la prolissità ma devo recuperare per tutti i commenti che, per un motivo o per l’altro, non ho lasciato
Grazie Emanuele! Io trovo coraggiosissima la scelta che tu presi per la tua maturità, io non avrei mai osato. Ma anche la tua esperienza mostra come si carica di aspettative immense questo esame, pensando (sperando) che il voto ci premi per cinque anni di impegno. Invece la magia non è tanto il voto quanto come lo affronti e cosa ti lascia. Penso che Marco abbia capito che dal momento che sarà sempre difficile trovare docenti come boss ‘illuminati’, non sarà impossibile per lui decidere se assomigliare e uniformarsi o creare la sua strada seguendo i suoi ideali!
Invece, Emanuele, ogni lavoro ha una essenza e si puo’ essere autisti pigri e maleducati o autisti illuminati che creano un ambiente magico nei mezzi pubblici, ho tanti esempi qui in UK, dove ogni lavoro viene rispettato e tutti si possono reinventare. Io ho lasciato un posto manageriale super pagato per un lavoro più ‘modesto’ ma che mi sta lasciando il tempo per studiare/maturare/creare altro!
Grazie a te Michela per le belle parole. Quello che trovo veramente coraggioso è stata la tua scelta di cambiare lavoro per tornare a vivere.
Come per tutte le cose della vita una volta fatta una scelta e appurato che si è sopravvissuti si tende a darla per scontata e a sminuirla quando invece è stato un atto di vero coraggio.
Io, come tutti quelli con gli occhi non completamente velati, mi trovo in quel limbo in cui intuisci che c’è dell’altro nella vita e che la vita è altro ma che non riesci a raggiungere perchè hai paura.
Migliaia di paure diverse, tue e di chi ti sta intorno che ti fanno da ancora e ti lasciano in gabbia.
Quindi ti rinnovo i miei complimenti nella certezza che non potrai pentirti mai della tua scelta
Marco, che ci siano ragazzi che alla tua età siano già così avanti fa ben sperare per il futuro. Chi è rimasto molto indietro e non si è ancora svegliato, si sveglierà prima o poi. Peccato la chiusura così totale e peccato per loro aver perso la possibilità di imparare…
Ne conosco tanti così. Quando iniziano colle confutazioni (pseudoconfutazioni) pretestuose, vuol dire che hanno finito gli argomenti (ma da quando un professore deve controbattere alla tesi di maturità? Non è la stessa cosa che farla esporre. Non si tratta di una tenzone, cazzo). Però cercano di manipolare il frame di consenso per far apparire a un pubblico ideale (anche astratto, i dieci che erano lì magari tifavano per il maturando mio omonimo) che è il loro avversario ad averli finiti. Invece ne ha a vagonate, solo che una canzone di trenta secondi oppure la Nona non fa differenza se l’altro è sordo.
Tali mistificazioni infantili non fanno onore ad un educatore né a chiunque abbia superato i diciotto anni. Se gli alunni modellano il loro stile argomentativo su questi modelli di disonestà intellettuale che ostentano la coerenza solo per poter rifiutare ogni tentativo concreto (e ovviamente parziale) di miglioramento) allora l’ umanesimo è morto in Italia.
(Ovviamente NON sono il Marco del titolo, sono quell’altro assai più stagionato che, nei suoi tempi migliori, si è permesso di correggere un esaminatore dicendogli che Manzoni poteva avere in odio i privilegi ma non faceva lotta di classe, perché è incompatibile col nazionalismo)
PS I miei professori, persino il peggiore fra di loro, non sarebbero mai ricorsi a queste prepotenze da bulli conformisti, nemmeno avessero dovuto darmi contro. Dicono che gli alunni siano peggiorati in questi quindic’anni. I professori non sono stati da meno.
Sottoscrivo ogni tua sillaba. Voglio tuttavia convincermi che, con l’eccezione della professoressa d’inglese, Marco sia incappato in un corpo docenti particolarmente ottuso.
E’ la prima volta che scrivo nonostante segua ormai da qualche tempo questo che chiamare blog mi sembra estremamente riduttivo.
Con questo voglio ringraziare Andrea per quello che fa e soprattutto per quello che è cosiccome tutti gli altri che partecipano e impreziosiscono queste pagine.
Detto questo voglio ribadire a Marco che questa sua esperienza è stato veramente un attestato di Maturità come detto da Andrea e che se ne renderà conto quando realizzerà la meschinità e piccolezza di molta gente che per lui è stata importante, troppo importante, per cinque anni.
La delusione è ovvia e naturale per l’ingiustizia, per la sensazione di aver faticato a vuoto e per un giudizio non veritiero in un mondo dove i numeri ed i documenti valgono più delle persone ma se comunque avrai appreso qualche cosa ti renderai conto che il resto è stato solo Esperienza.
Un saluto
Ciao Emanuele,
benarrivato innanzitutto su LLHT. Che infatti, più che blog, ha da sempre l’ardire di autodefinirsi “think-net”! 😉
Grazie infinitamente per le belle parole del tuo commento, che spero proprio non sia l’ultimo: come certamente ormai saprai, infatti, LLHT deve gran parte del suo successo proprio all’interazione con i suoi lettori, che diventano spesso dei veri e propri co-autori. Di racconti, esperienze, stimoli e suggestioni. Alla prossima, ciao!
Sono enormemente dispiaciuto e amareggiato, ma non sorpreso.
Dispiaciuto e amareggiato? Io sono assolutamente contento per lui: sono infatti convinto che Marco abbia sostenuto il miglior esame di (vera) maturità della sua scuola.
Ne approfitto per specificarlo: questo post non voleva essere una consolazione (né tantomeno un dito puntato contro la classe docente), ma un… attestato! 😉
Anche io sono contento per lui.
La mia amarezza e dispiacere è per la continua constatazione di questo sistema, dove gente come Marco sarà sempre osteggiata e sfavorita rispetto ai mediocri e ruffiani.
Mi sembra chiaro di nutrire grande ammirazione per Marco.
Certo, bene allora. Lo dicevo solo per evitare il rischio di cedere alla rassegnazione. Ciao, grazie.