Colui che conosce il proprio Scopo si sente forte; questa forza lo rende sereno; questa serenità assicura la pace interiore; solo la pace interiore consente la riflessione profonda; la riflessione profonda è il punto di partenza di ogni successo. (Lao Tse)
– – –
Martedì e mercoledì sera si sono concluse a Modena le due edizioni parallele del corso Mollare il lavoro e ritrovare se stessi. Oltre quaranta ambasciatori di un cambiamento di prospettiva autentico, senza sconti né alibi. Provenienze, percorsi e consapevolezze ovviamente diverse. Esperienze non sovrapponibili. Ma un unico orizzonte comune. Coincidente. Lontano. Polarizzante.
Abbiamo parlato di sogno, di pianificazione e di coraggio. E, scendendo di un gradino, di emozione, ragione e relazione, i rispettivi elementi attivatori. La relazione è il lievito del coraggio, così come l’emozione lo è del sogno e la ragione lo è della pianificazione. Servono tutte e tre, magari in dosaggi diversi a seconda delle nostre peculiarità di partenza. Più di uno e meno dell’altro, dipende. Ma se sogniamo senza metodo, resteremo poeti. Se pianifichiamo senza immaginare, resteremo scienziati. E in entrambi i casi non ci muoveremo di un millimetro. Perché per muoversi serve anche il coraggio. E il coraggio va facilitato. Insieme. Intercettando propensioni affini alle nostre. Accogliendo cioè l’energia e la progettualità di persone con cui abbiamo il privilegio di condividere un tratto di cammino.
Non sottovalutate questo privilegio: è roba forte. E ne vale la pena, credetemi! Fatevi sorprendere dalle potenzialità della relazione. Perché da soli, ne abbiamo parlato a sfinimento in questi giorni, difficilmente combineremo qualcosa.
Due stralci di mail scambiate con qualcun@ di voi:
[…] Vi do queste indicazioni perché, come sto cercando di trasmettere in questo corso, i cambiamenti nella propria vita partono sempre da una molla che abbiamo dentro, di cui ignoriamo l’esistenza finché no non la facciamo scattare, ma che in ogni caso non possono che passare (e arricchirsi) dal contributo degli altri. L’unico segreto è affiancarsi in maniera propositiva a chi è sintonizzato sulla nostra lunghezza d’onda: solo lì ci sono le energie giuste per iniziare qualcosa di nuovo. Le opportunità che vi ho indicato sono appunto un modo per andare a parlare di ciò che vi piace con persone che lo condividono con voi. Anche solo frequentare persone che la pensano come noi procura molto benessere e infonde fiducia. Se l’atteggiamento con cui ci predisponiamo è poi addirittura propositivo, possono succedere cose interessanti…
[…] Quando si raggiungono certi livelli di motivazione e di consapevolezza interiore, quel businessplan che vi ho mostrato in aula lo si può (anzi: lo si deve) buttare nel cestino: non è lì sopra che si generano i sogni. Lì si può forse trovare un po’ di metodo e, quindi, un po’ di fiducia in se stessi. Ma quel foglio Excel, del film che interessa a te, è solo il trailer. Per sapere come il film va a finire, devi… andare al cinema.
Se dovessi trovare un’unica parola capace di sintetizzare i vostri feedback (parlati e scritti), credo che questa parola sarebbe un avverbio: finalmente. Finalmente uno spazio incontaminato in cui disporre liberamente i tasselli del mosaico. Finalmente la possibilità di condividere ansie e insofferenze per tutto ciò che, di questo mondo che amiamo profondamente, invece proprio non va. Finalmente una zona a zero tacche, priva di interferenze e rumori di fondo astutamente soporiferi. Finalmente la sensazione di non essere soli, nonostante là fuori facciano di tutto per illuderci del contrario, col solo scopo di manipolarci meglio.
Il campo era questo (leggete Mindell, mi raccomando…). Poi c’eravamo noi, antenne ormai addestrate anche a captare e ritrasmettere le onde probabilmente necessarie. A questo proposito, ne approfitto per ringraziare pubblicamente Paolo Ermani ed Enrico Chiari, preziosi ed indispensabili testimoni della seconda e della terza serata, oltre naturalmente a Giorgia e Frank, “direttori d’orchestra” come se ne vedono sempre meno in giro: organizzatori umili, professionali, entusiasti. Forse non spetta a me dirlo, ma credo che tutti insieme, in poco tempo e con mezzi sicuramente migliorabili, siamo riusciti a fare in modo che ciascuno di noi, da domani, si ritrovi magari nello zaino una risorsa in più. E, certamente, una nuova responsabilità.
Noi continueremo a provarci!
Clicca qui per leggere le impressioni dei partecipanti:
Ciao a tutti, è passato più di un anno dal -nostro- corso, come state?
Io con il tempo mi sono resa conto di aver innescato una bomba. La bomba probabilmente era già bella pronta da tempo, mancava la miccia. L’ho trovata con voi.
Il 30 marzo mi sono licenziata, senza un’alternativa. Ho fatto “due conti” e non sarei morta di fame (nonostante i bimbi, il mutuo, etc) per qualche mese, poi… chissà.
Ho verificato che è vero: chiudi una porta e si apre un portone.
I primi di maggio ci comunicano che la domanda di trasferimento (per la Sicilia) di mio marito è stata accettata.
Il 30 giugno traslochiamo!
Masticare la libertà, essere il vero unico responsabile di te stesso, ti fa sentire forte. Senti che in te c’è tutto quello che credevi di non avere mai avuto: il coraggio e la forza per essere l’unico artefice del tuo destino.
Grazie Andrea, e grazie a tutti.
Un abbraccio.
Iris
Ciao Iris, che piacere ritrovarti qui ed avere tue notizie! E… che notizie!!!
Ogni tanto ne parlo anche pubblicamente (nelle serate, sui social…), ma non è mai come leggere di persona parole come le tue, grazie alle quali – udite, udite! – si scopre ancora una volta che ci si può staccare dal lavoro e iniziare una nuova vita senza morire di fame!
Testimonianze come la tua compensano – anzi: SUPERANO DI GRAN LUNGA – i chilometri di mail e i decibel di piagnistei di tutte quelle persone che – in qualche caso legittimamente, ma molto più spesso solo per indolenza, per scarsa fiducia in se stessi o per incapacità di sognare – alzano bandiera bianca prima ancora di provare o, ciò che più infastidisce, insinuano che chi sceglie e fa mille sforzi per cambiare vita, può permetterselo solo perché figlio di papà o – come recentemente ho sentito – “è un genio”.
Niente di tutto ciò, invece.
Onore a chi si alza in piedi. A chi fa della propria colonna vertebrale un Totem di Possibilità. E a chi si mette in marcia.
Ti auguro ogni bene, Iris. Modena perderà due simboli di cambiamento. Li guadagnerà la Sicilia, in compenso.
LLHT, il suo staff, i membri di quelle due bellissime edizioni del corso “Mollare il lavoro e ritrovare se stessi” e, naturalmente, il sottoscritto vi abbracciamo forte. Teneteci aggiornati!!!
Andrea
Quello che secondo me ancora non fa decollare il vero cambiamento è proprio la mancanza di volontà di fare il primo passo nel venirsi incontro. Ritengo che le nostre energie potrebbero essere utilizzate ancora meglio se ci fosse maggiore collaborazione tra chi ha scelto la strada della vera decrescita. I vari gruppi locali (se funzionano davvero) dovrebbero “svegliarsi” in tal senso.
Più uniti siamo, meglio funzioniamo. Se davvero lo vogliamo!
Non dobbiamo lasciare vincere il nostro “Ego”… così perderemo!
Sottoscrivo anche le virgole.
Rileggendo il mio commentato di ieri a questo post di LLHT, mi rendo conto di come il tema centrale delle righe che ho scritto sia il concetto di “educazione personale al cambiamento”. Quel concetto si è liberato dalla mia mente per tramutarsi in affermazione scritta in maniera del tutto inaspettata e non programmata. E’ stato il fluire dei sentimenti che ha guidato le dita sulla tastiera.
Mi sono sempre ritenuto una persona piuttosto incostante, ho un mondo immaginativo interiore che è un universo nel senso che non ha davvero confini e la mia mente vive in uno stato di esplorazione perenne e costante, però difetto di metodo e di concretezza.
Quindi ho spesso la sensazione di vivere una scissione tra due parti di me, da un lato quella spirituale e cognitiva, dall’altra quella dell’agire. E’ un conflitto con il quale è davvero dura fare i conti, perché produce negatività che intaccano la propria autostima, la fiducia nelle proprie capacità. Mi salvo perché per fortuna credo di aver raggiunto un buon livello di confidenza con ogni parte di me, con i miei pregi e con i miei difetti e sono in grado di concedermi una sana dose di indulgenza.
Poi ho spostato la mia riflessione sul mio agire delle ultime settimane ed in particolare dell’ultima, che potrei così riassumere:
a) Ho frequentato il corso “mollare il lavoro e ritrovare se stessi” che si svolgeva a Modena nel dopo cena, per farlo, per tre martedì consecutivi, mi sono mosso dalla Toscana e mi sono fermato per la notte.
b) Per dormire ho scelto la formula del couch- surfing (era la prima esperienza) ed ho dormito da un ragazzo a Maranello che mi ha offerto la propria ospitalità in maniera gratuita e senza alcuna condizione.
c) Dopo l’ultima serata del corso ho deciso di prolungare per tutto il mercoledì la mia permanenza in Emilia così da poter condividere almeno una cena con il ragazzo che mi ospitava.
d) La mattina sono andato a Reggio Emilia a far visita alla sede della MAG6 che purtroppo era chiusa per riunione; in ogni caso mi hanno aperto e mi hanno fornito le indicazioni per mettermi in contatto con la sede di Firenze. Ho virato per una visita ad un caro amico che non vedevo da tempo.
e) Il pomeriggio ho fatto visita (quasi un’irruzione senza preavviso) all’eco-villaggio il “tempo di vivere” che si trova nelle colline modenesi. Abbiamo condiviso un paio di ore parlando della propria esperienza, dei propri obiettivi e progetti solo per il piacere di conoscerci reciprocamente e condividere un po’ del nostro tempo.
f) La sera io ed il mio ospite abbiamo cenato a Reggio Emilia e dopo cena mi ha fatto conoscere due persone, una in particolare mi ha colpito enormemente. Era quello che la maggior parte della gente definirebbe un “barbone” , una persona che ha scelto e fatto un percorso di vita radicalmente alternativo pagandone interamente il prezzo (un prezzo salato e senza sconti), ma che indubbiamente sprigionava un senso di benessere e serenità suppongo dovuto alla coerenza del suo pensiero e del suo agire.
g) Rientrato a casa ho subito telefonato alla sede MAG di Firenze per fissare un incontro che avremo la prossima settimana.
h) Ho avuto modo di parlare a più riprese di tematiche di cambiamento e crescita personale con colleghi o persone che frequento per lavoro, avendo la conferma di una crescente e sempre più diffusa necessità di ripensare e rimodellare il senso del nostro stare al mondo (testimonianze di impegno diretto attivo nel volontariato che non immaginavo, confessioni di disagi, condivisione di sogni e progetti).
i) Ho chiamato due amici con i quali vorrei intraprendere un percorso condiviso di confronto sui temi del cambiamento per provare ad immaginare una scaletta di incontri e appuntamenti , ricevendo apprezzamenti per la mia costanza ed il mio sforzo propositivo.
j) Durante una riunione di lavoro che riguardava la ristrutturazione di un tetto a carico di tre condomini è successo qualcosa di inaspettato. Uno dei condomini si è infatti presentato con il fratello avvocato al fine di definire modalità operative che sgravassero di qualsiasi responsabilità la committenza, richiedendo garanzie che andavano ben oltre quelle previste per legge. Ho ascoltato, fatto le mie osservazione ed alla fine dopo due ore di discussione abbiamo raggiunto un accordo per procedere. Ma la cosa sorprendente è che a metà riunione mi sono permesso di fare una parentesi, esordendo così “ Signori, permettetemi una piccola parentesi filosofica …..” , ho confessato ai miei clienti di quanto fossi spiritualmente e concettualmente lontano da quel modo di affrontare i problemi basati in sostanza sulla sfiducia nell’altro e di quanto ritenga necessario riacquisire in ogni campo del nostro agire una nuova consapevolezza di condivisione. Il giorno successivo uno dei clienti mi ha telefonato per testimoniarmi la sua vicinanza direi spirituale.
Bene se considero che tutte queste cose sono avvenute nell’arco di sette giorni ho la riprova tangibile che ho costruito, con costanza e determinazione, un piccolo tassello nel mio personale percorso di “educazione al cambiamento”. Credo che questa sia l’unica strada possibile, essere aperti e disponibili a scoprire ogni giorno un qualcosa di diverso, di nuovo, quel qualcosa in più che alla lunga potrà aprirti nuovi orizzonti. E’ un percorso difficile che necessità di costanza e speso di forzature, perché a volte dobbiamo combattere contro una parte di noi (spesso la più forte ed ingombrante) per dare ascolto e voce all’altra (quella più timida ed indifesa ma anche più autentica), ma è l’unico percorribile stando alla mia esperienza personale.
E tutto questo, dopo soltanto un corso!
Complimenti anche pubblici, Filippo. (Questo commento è infatti la parte di una mail che il suo autore mi aveva scritto privatamente e che io, ritenendola utile anche per altre persone, ho invitato a rendere pubblica.)
Grazie di cuore, Filippo: forse senza saperlo, sei già riuscito ad essere di esempio e di aiuto per molti altri.
Condivido! Ho appena scritto un commento più sintetico (senza aver prima letto il tuo) che porta le tue stesse riflessioni… direi che la strada è questa! 🙂
Ho partecipato al corso perché “mollare il lavoro” era una frase che mi ripetevo e mi ripeto spesso, ma cosa mi spingeva? curiosità? speranza? cosa cercavo?
Il coraggio. Quello mancava sempre. Da questo corso, mi porterò dietro un’incredibile dose di coraggio, nata dalla consapevolezza che anche altri, tanti, pensano, sognano, ragionano come me. Nel mio quotidiano, ahimé, non è così semplice vedere nascere e crescere relazioni o collaborazioni in modo così spontaneo come ho visto in queste serate e allora immagino quanto potenziale possiamo e posso esprimere semplicemente cambiando approccio alla vita.
Ho capito che la mia strada per scollocarmi forse è ancora lunga: ho ancora qualcosina da pianificare, un po’ di idee da sistemare, ma ora so che quella strada esiste, al contrario di prima.
Grazie a tutti, di cuore.
Ciao Fabio. Dalle tue parole emergono i due ingredienti principali per affrontare seriamente ogni processo di cambiamento: consapevolezza e dedizione. Se sarai sufficientemente “crudele” con te stesso, il coraggio calcificherà i tuoi sogni senza che tu nemmeno te ne accorga. Sono felice per te: buon cammino.
Prima di tutto un abbraccio a tutti E’ stata una bella esperienza basata sulla condivisione e sul confronto. C’era chi era lì semplicemente per curiosità, chi per iniziare a scoprire ed immaginare percorsi nuovi in grado di dare risposte a bisogni insoddisfatti, chi già proiettato in una consapevolezza di cambiamento ma ancora alla ricerca della giusta via, chi già con un progetto in testa. Motivazioni differenti, stati d’animo differenti, aspettative differenti. Ma queste diversità si sono come ricomposte in un sentire comune che non è altro che quello della possibilità di condividere e confrontarsi. Per quanto mi riguarda questo è il lato più bello di questa esperienza, un momento nel quale ho potuto parlare di me liberamente, senza timore di giudizi o etichette. Un momento nel quale ho potuto condividere le mie idee, i miei bisogni, i miei sogni, ma anche le mie incertezze e paure in maniera trasparente e sincera. I percorsi di mutazione passano anche per piccole cose come questa. Sono sempre più convinto che l’unica strada davvero percorribile sia quella di dedicarsi alla propria personale educazione al cambiamento, una iniezione quotidiana di autenticità, distillata a piccole gocce, che solo nella perseveranza potrà consentire di riempire i vuoti e le mancanze per poter riconoscere i propri reali bisogni. Questo è l’augurio che rivolgo a tutti noi.
Grazie Prof. Strozzi per avermi invitato a intervenire in questo tuo corso che surclassa i vari Master in niente. Ringrazio anche i partecipanti a cui faccio i migliori auguri di felice Scollocamento.
Paolo Ermani
Grazie a te per esserci stato, Paolo. E grazie anche per il… titolo accademico! Lasciamo però che, a chiamarsi tra di loro “prof”, siano tutti quei sepolcri imbiancati e baroni universitari che, con le loro polverose teorie, si affannano a puntellare un’idea di mondo che sta pian piano tramontando. 😉 L’unica “prof” che conosco (e riconosco) si chiama Natura. Ciao
Grazie Andrea, grazie Paolo, grazie Enrico e grazie a tutto il gruppo per l’energia che si è creata condividendo le esperienze.
Mio nonno era solito dire: “quand at riiv ad co at gà da tirer na riga” tradotto “quando arrivi in fondo devi tracciare una riga” e il suo tracciare una riga era sinonimo di fare un bilancio alla fine della propria esistenza.
Non ho avuto un padre e mio nonno è stato molto importante per me, soprattutto per l’esempio che mi ha dato e quella sua frase lo rappresentava appieno perché quando la pronunciava penso volesse dirti :”rispetta sempre gli altri,tieni la schiena dritta e la testa alta, difendi le tue idee, credi in quello che fai ma soprattutto fai solo quello in cui credi perché solo cosi’ alla fine dei tuoi giorni potrai dire di aver veramente vissuto”.
Ecco,io ho preso l’abitudine di applicare la sua frase ad ogni esperienza e quella appena trascorsa è stata un’esperienza forte.
Andrea l’ha sintetizzata in un avverbio, io scelgo due aggettivi : calmo e sereno.
Quello che mi dà calma e serenità è l’acquisita consapevolezza di potercela fare.
Sono certo che il mio piccolo progetto agricolo mi consentirà di scollocarmi e badate bene che non sono uno che azzarda, ho una famiglia con un figlio adolescente e non sono milionario.
I due “fondamentali” che ho maggiormente sviluppato durante il corso sono la pianificazione ma soprattutto il coraggio.
Sottoscrivo al cento per cento quanto detto da Andrea ovvero che la potenza della relazione è sempre in grado di sorprenderci e nel mio caso ha aumentato in maniera esponenziale il coraggio, mi ha fatto letteralmente “levitare” ed ora dall’alto ,con mio nonno a fianco, sto guardando al di là di quella linea che ho tracciato, certo, ci sono ancora tante nubi ma sono calmo e sereno e sto avanzando con passo lento ma inesorabile verso una nuova vita.
Simone Perotti dice che scollocarsi non è per tutti e penso abbia pienamente ragione ma dopo questa esperienza mi sento di dire che può essere veramente per molti quindi non esitate e partecipate con passione ed entusiasmo !
Vi abbraccio forte.
Ci siamo già detti molte cose privatamente, Corrado. Sono felice che tu, insieme a tuo nonno, siate riusciti ad essere nel gruppo. Ho la sensazione che l’orizzonte sia per te un po’ meno lontano.
Partecipare mi ha permesso di aggiungere immaginazione al mio processo di “scollocamento”, iniziato più o meno un anno fa ed era ciò che esattamente mancava per pianificare la mia nuova vita con fiducia e soprattutto creatività! Le prime risposte non si sono fatte attendere. Come hai riportato anche in questo articolo “Se pianifichiamo senza immaginare, resteremo scienziati”, ora sto imparando a farlo! Grazie!
Grazie delle tue stupende parole, Alessandra. E buon cammino…
Ho sempre vissuto un po’ “fuori dal mondo” perché mi sono sempre sentita inadeguata, cambiavo lavoro in continuazione, alla disperata ricerca di un posto “giusto” in cui collocarmi, in cui sentirmi a mio agio e non riuscivo a capire cosa stavo sbagliando… Poi, frequentando il corso, ho capito che non occorre omologarsi e che ci sono altre persone che vivono la mia stessa situazione. Ho scoperto modi nuovi di vivere, ho capito che ci sono tante possibili situazioni in cui posso sentirmi a mio agio, con persone che la pensano come me. Ad oggi ho deciso di investire il mio tempo girando un po’, per vedere e vivere alcune di queste situazioni. In tutti i modi, questo corso, mi ha spronato ad andare avanti, mi ha fatto capire che non sono pazza (come mi hanno spesso etichettato le persone che ho incontrato nel mio quotidiano), mi ha dato il coraggio per andare avanti ad esplorare. Ora tocca a me concretizzare. In ogni caso voglio ringraziare tutti i relatori e gli organizzatori del corso perché probabilmente, senza di loro, sarei ancora ferma a chiedermi dove sto sbagliando. Grazie mille e spero che le nostre strade si incroceranno ancora.
S’incroceranno ancora, Cristina: è praticamente certo. Grazie della perfetta sintesi di ciò che ho tentato di trasmettervi.
Quando l’anno scorso ho deciso di scollocarmi non sapevo neanche che esistesse questo termine e poi la mia visione di cambiamento si limitava all’idea di trovare un’altra azienda possibilmente vicino a casa. Dopo questo stupendo corso invece riparto dalla convinzione che ci sono un mondo di possibilità per migliorare la mia vita, non solo professionale. Grazie per la formazione e per questa iniezione di fiducia suffragata dalla rinnovata consapevolezza di non essere solo e di potercela fare.
Ora!
Ciao Davide, uno degli obiettivi del corso era proprio diffondere la consapevolezza che il mondo che abbiamo ogni giorno a disposizione è infinitamente più vasto e meraviglioso di quello scantinato in cui prima la scuola, poi il lavoro, poi la politica e – più in generale – tutte le varie forme di omologazione sociale cercano continuamente di rinchiuderci. Benvenuto!