Saperla là

Fermarsi? Impossibile.

Legarsi all’albero maestro e riempirsi di cera le orecchie? Inutile.

Arrendersi? Non pervenuto.

Abitiamo il grande flusso. Scandito da costellazioni di istanti impercettibilmente eterni. Nella tua Vita hai finalmente frantumato istmi, smosso montagne, cavalcato vallate, congiunto oceani. Di tempo.

Le porte rosse. Quelle che prima, in quel corridoio edificato da altri, non avevi mai visto (perché non potevi). Porte che ora si aprono. Prima ancora – magia! – che le tue nocche battano sulla superficie. Qualcosa, dall’altra parte, ha già sentito. Ha già captato. Ha già… accolto.

Il tempo è l’unica cosa che ci eviterà il rimpianto.

L’iniziativa è l’unica regola per celebrarne il Potere.

Devi “solo” fissare la porta, laggiù. No, non serve guardarla. La vista è un senso sopravvalutato. Devi… saperla là. Il risultato può arrivare. Magicamente. Ma occorrono quelle due cosette, attenzione: tempo (per allenarsi a crederci) e iniziativa (per immaginare quello che nessun altro ha immaginato finora). Magari non guasterebbe un po’ di tecnica. Ma non è fondamentale. Perché prima o poi l’occasione arriva. Sempre.

Esistono treni che non si aspettano, né si prendono, né si perdono. Si guidano.

Certo, facile a dirsi. A te sta andando bene. Ma qui… Qui ci sono invece le sbarre d’acciaio.

Ah già, non ci avevo pensato: quelle sbarre d’acciaio mica si piegano! Perché… ci è stato detto così. E noi ci siamo fidati. Mica ci siamo mai attentati, immaginando che fossero invece di zucchero, a dar loro un morso: ci teniamo ai nostri denti…! Quanto costano quelle fioriere di gerani? Nulla: sono gratis, offre la ditta. Benissimo, me ne dia una decina.

E allora… tutto com’è. Come è sempre stato. Come sarà.

Quale sarà il tuo rimpianto? Chi se lo accollerà, solo per non averci provato?

Quale capolavoro non avremmo visto, se Marco Van Basten non avesse… immaginato un gesto impossibile?

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