Tutta colpa del magazzino

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Di cosa ancora abbiamo bisogno per riconoscere – innanzitutto alle nostre coscienze – che i fragili e precari equilibri dell’ordinamento democratico stanno rivelando al mondo intero la definitiva dissoluzione della (sub)cultura che da tre secoli domina in Occidente?

Dopo la notizia che il terrorista dell’attentato di ieri a Parigi era stato arrestato a febbraio e poi rilasciato, non sono più così convinto che – nonostante il doppio turno – Marine Le Pen potrà essere arginata. E arrivo a concludere: forse lo zeitgeist prevede questo. Ed è quindi “giusto” così.

A tutti i non vedenti, che (dalle loro “gabbie di comfort” di un passato idealizzato ma non più replicabile) si ostinano a difendere l’indifendibile, non mi resta che augurare buona fortuna. Le cose cambieranno prima che potremo accorgercene. A meno che, in un improvviso (e improbabile) sussulto della nostra natura archetipica, ritorneremo ad… essere umani.

Magari facciamoci un nodo al fazzoletto, eh: l’unica differenza fra l’homo sapiens e il leone (che uccide la zebra per nutrirsene) è che noi abbiamo fatalmente inventato il concetto di magazzino. E, parallelamente, una bella teoria economica che lo giustifichi (che ci insegnano fin dai banchi di scuola, per essere sicuri che nessuno devii dalla rotta…).

PS. Se a qualcuno ancora sfuggisse il collegamento fra i due fenomeni (terrorismo e materialismo), lo rimando al solito, gigantesco intervento di Tiziano Terzani.
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