A due settimane dalla sua pubblicazione, mi piacerebbe fare insieme ai lettori di LLHT qualche considerazione sul questionario con cui abbiamo provato a conoscerci meglio. E, soprattutto, mi piacerebbe farla non semplicemente buttandovi lì una tabella riassuntiva dei risultati, ma provando a commentarla insieme in un discorso – mi auguro costruttivo – che parta proprio da risultati.
Come ho ribadito più volte, a me scrivere gli articoli che leggete su questo blog non costa particolare fatica: si tratta infatti di argomenti che mi appassionano da sempre e ai quali, negli anni, ho pertanto dedicato tempo ed energie. Anche l’atto dello scrivere, di per sè, fortunatamente mi riesce abbastanza naturale: senza pensarci troppo, mi risulta abbastanza facile buttare giù concetti e argomenti in modo fluente e discorsivo, spesso concatenandoli fra loro in modo piuttosto efficace. Tuttavia, alcuni post richiedono comunque uno sforzo di sintesi che, mediamente, può portarmi via anche un paio d’ore. Ci metto curiosità intellettuale, mi spremo le meningi e produco un risultato che può piacere o non piacere, ma che necessita comunque di una certa forma di dedizione e applicazione.
A gennaio di quest’anno, quando il blog aveva circa tre mesi di vita, mi sono lasciato andare a uno sfogo ( “Spiegazioni” ) che i più “anziani” di voi sicuramente ricorderanno: in risposta a quella mia esternazione, alcuni di voi – dimostrando una vicinanza e una comprensione che mi hanno realmente commosso – si sono fatti avanti per mostrarmi la loro solidarietà, incitandomi a non fermarmi e a perseverare. Oggi posso voltarmi indietro e dire che, per fortuna, li ho ascoltati.
Oggi, con il questionario a cui avete partecipato, sono stato io a “richiedere” espressamente quella forma di reciprocità. La domanda per me più importante, mescolata in mezzo alle altre, era infatti “Perché non hai mai scritto commenti?“: circa una risposta su 4 è stata giustamente una smentita (“Ne ho scritti, invece!”), mentre le rimanenti risposte – ad esclusione di una piccola quota (6%) che preferisce non indicare la mail – si sono divise più o meno equamente tra le tre alternative restanti: “Le tematiche trattate richiedono competenze che non ho“, “Lo considero un sito di informazione, non di interazione” e “Non ho nulla da aggiungere a quanto leggo“.
Capisco perfettamente quelli che sono restii ad indicare la mail: il web è una “trappola” spietata su scala globale, il cui scopo sarà quello, dopo l’inevitabile tramonto della fase del “consumo su larga scala”, di renderci tutti quanti dormienti, ipnotizzandoci nuovamente tutti ed asservendoci collettivamente ai disegni di qualcun altro (da un narcotico fisico ad uno virtuale: è questo il web, a mio parere). Tornando al questionario, comprendo anche perfettamente quelli di voi che, assai onestamente, hanno riconosciuto di non possedere le conoscenze sufficienti per replicare ai miei post, che in alcuni casi – lo riconosco – diventano anche piuttosto “tecnici”. Quelli che però riesco meno a comprendere sono quel 42% di voi che, complessivamente, ha risposto che LLHT “è un sito di informazione, non di interazione” o che “non hanno nulla da aggiungere a quanto leggono“. Provate però a pensarci, infatti: LLHT tenta arditamente di sottrarsi a quella concezione del web come narcotico globale! E, soprattutto, lo fa… gratis, senza chiedervi un Euro. Inoltre, il suo autore, per ora, non ha ancora mai ceduto all’idea di approdare al lido che seduce quasi tutti quelli che, in un qualche modo, si sottopongono al giudizio degli altri: il fantomatico… “libro”, cioè. Come infatti io stesso affermo nell’introduzione alla presentazione del sito,
[…] non credo nelle molteplici e policrome manifestazioni dell’io. Non credo nella forma a sostegno della sostanza. Non credo nell’esteriorità. Non credo nella fama. Non credo in tutto ciò che è effimero […]
Questo sito nasce e muore in se stesso. Non è escluso che – anche a seguito di alcune pressioni che sto ricevendo (ringrazio a tal proposito Enrica e Davide, in particolare) – io decida in futuro di raccogliere le mie idee, dar loro una certa linearità e tradurle in uno strumento più snello e fruibile. Tuttavia, quello che sto adesso cercando di spiegare è che… ci vuole comunque una bella costanza! E che, in tutta onestà, considero un po’ troppo comodo venire ogni tanto qui sopra, raccogliere GRATUITAMENTE “nuovi stimoli di riflessione” (44%), leggere “cose che non si trovano da altre parti” (21%) caratterizzate da un taglio “non ideologico” (21%) per poi uscirne, con assoluta disinvoltura, senza sentirsi minimamente in dovere di esprimere almeno un’opinione. Alcuni di voi mi hanno scritto privatamente, cosa di cui li ringrazio. Altri che, come me, sono usciti allo scoperto (rischiando anche qualcosa del loro, diciamolo…), lo hanno spesso fatto con l’obiettivo di averne in qualche modo un ritorno. Di immagine, se non di denaro (che, al giorno d’oggi, in molti casi coincidono). E’ vero: qui sopra, nel bandone, è come se vi fosse scritto “Entrata libera”, ci mancherebbe! Però, considerando che qui non si vendono soprammobili cinesi ma si stimolano idee, sarebbe bello che di idee ce ne fosse il maggior numero possibile…
Ho sempre detto – e ribadisco adesso – che lo spessore e l’intensità dei commenti di tutti voi che avete scritto è la cosa che mi ha reso in assoluto più orgoglioso di questa mia “avventura”. Ma… il numero di quelli che, tra voi, si sono sentiti in dovere (o, più autenticamente, hanno sentito e basta) di condividere un pensiero, un’opinione, una speranza… è oggettivamente troppo basso: sarei un ipocrita, se facessi finta di nulla. In poco più di sei mesi, ho ricevuto quasi ventimila visite: questa è invece una enormità, lo ammetto. Un’enormità che, aggiungo, mi ha molto (e favorevolmente) sorpreso! Considerando però che, su quasi ventimila visite, ci sono stati poco meno di 400 commenti (circa la metà dei quali erano miei, in quanto ho quasi sempre risposto a ciascuno di voi), questo significa che, mediamente, soltanto una visita su cento (200/20’000) ha generato un confronto: decisamente poco, direi.
Ora vi lascio, come promesso, con i risultati del sondaggio. La cui partecipazione, anch’essa al di sotto le aspettative (una cinquantina di risposte), conferma la tesi del post. E vi lascio soprattutto con una confidenza: LLHT, contrariamente a quanto molti di voi hanno ritenuto (21%), non è un sito di informazione, ma un sito in cui l’opinione dei lettori è parte integrante degli argomenti trattati. Le vostre impressioni e le vostre esperienze, a supporto o meno delle tesi che qui trovate esposte, sono gli elementi fondanti di ogni post e dei post che seguono: se in larga parte l’utenza di LLHT decide (liberamente, per carità!) di non partecipare, io non posso che:
• prenderne atto e, rivolgendomi ai lettori che invece non mi hanno mai fatto mancare il loro supporto…
• …ricordare di non stupirsi, se il sito dovesse poi progressivamente spegnersi.
Mi spiace apparire così ruvido, davvero. Soprattutto peché questi temi (decrescita / stili di vita), affrontati nel modo in cui ho scelto di affrontarli (punto di vista economico / sociologico), stanno davvero riscuotendo un interesse superiore alle aspettative. Ma il vostro interesse deriva evidentemente della mia motivazione a continuare. E la mia motivazione deriva a sua volta… dal vostro interesse! Un circolo virtuoso, no? 😉
Quindi… coraggio! Sempre in base alle vostre risposte, LLHT (che per la metà esatta di voi “non presenta particolari difetti“) risulta interessante soprattutto per i post che trattano di “cambiamento e stili di vita alternativi” (60%), ma meno per quelli che “parlano di economia” (14%): non deve quindi essere neanche questa disciplina, a spaventarvi, no? Anche perché, se pensate o scrivete qualcosa di errato, è forse l’occasione buona per confrontarsi e cercare insieme una possibile risposta, che ne dite?
Ah, c’è un’altra questione che colgo l’occasione per annunciare: nel campo, sono spuntate le primule. Come tutti gli anni, questo è il segnale inequivocabile che, d’ora in poi, i weekend si faranno più “intensi”, in termini di attività meno intellettuali, ma più fisiche. Per me, l’inverno è da anni dedicato alla testa; la primavera, l’estate e l’autunno… alle braccia. Quindi, se noterete un “calo di tensione” nei prossimi mesi, non preoccupatevi: non sono stati i risultati del questionario a rallentare l’attività del sito, ma… i ritmi imposti dalla natura. 😉
Ciao, buon fine settimana e… a presto!
Ciao, ammetto che leggendo il tuo commento ai risultati mi sono sentita un po’ a disagio, probabilmente perché io sono una di quelle persone che hanno risposto proprio nel modo che non sembri aver gradito.
Ti seguo e con molto piacere e questo è il mio secondo commento, il primo era per farti sapere, in un momento di scoramento, che ti ero vicina.
Ad ogni modo ogni volta che finisco di leggere un tuo articolo, davvero ho ben poco da aggiungere, se non rimarcare certe cose ed assentire su altre. Tuttavia non mi sento una persona dormiente o narcotizzata dal web, quanto piuttosto schiva e discreta.
Attuo la decrescita ogni giorno da anni, per il piacere del “meno”. Sono scesa un poco da questo pazzo mondo e tra qualche mese (se il Miur vorrà) mi trasferirò “nella” mia nuova vita. Dico questo per farti sapere che mi sento l’opposto di chi fissa indolente il tempo che passa, come fosse lo schermo del computer.
Senza polemica,
Francesca B.
Ps
Se LLHT diventasse a pagamento, pagherei. E volentieri.
Alt. Alt. Alt.
Il termine “narcotizzato” o “dormiente” non era ASSOLUTAMENTE riferito ai lettori di LLHT che hanno risposto alle domande in modo diverso dalle mie aspettative! Ci mancherebbe!!! Se mi sono spiegato male (e, se ti sei sentita in dovere di specificare, significa inequivocabilmente che mi sono espresso male), correggo subito il tiro: l’inciso che ho fatto sul ruolo del web nell’odierna società liquida (o forse, ormai, gassosa) era, appunto… un inciso!
Ogni tanto, quando scrivo, la mia mente va… E il più delle volte mi frullano in testa dei pensieri veloci che, non potendo tenere a freno, butto rapidamente giù, col rischio che a volte appaiano decontestualizzati o, peggio, contestualizzati quando… non lo sono! 😉
Il riferimento al web era appunto proprio per giustificare l’atteggiamento di chi, legittimamente, preferisce non lasciare commenti per evitare di sentirsi costretto a indicare il proprio email. La privacy è una cosa che io difendo a spada tratta (e la mia scelta di restare fuori dai social-network ne è la testimonianza)! Sono quindi il primo a comprendere chi non si fida, preferendo restare nell’anonimato.
Quanto alla mia idea sul web, ribadisco – con le dovute eccezioni – come esso sia secondo me destinato a soppiantare nella collettività il ruolo di “ammortizzatore sociale” che hanno avuto i consumi facili nell’Occidente del Dopoguerra, spianando la strana al capitalismo economico prima, e a quello finanziario poi. Mi limito ad osservare (qui) come i flussi internazionali di capitali siano passati dagli 0.5 trilioni di dollari annui del 1980 agli 11.8 del 2007, per poi tornare sotto i 5 nel 2011: credo che significhi qualcosa, in termini di come la crisi stia ridisegnando interi assetti e perimetri del mercato globale…
E’ solo una mia idea, non documentata da nulla se non dall’amara constatazione di come i social-network tenderanno, nella maggior parte dei casi (mi riferisco alle persone più disorientate e meno capaci di coniare autonomamente il proprio destino), a sopperire all’assenza di una vita… vera.
Tutto qui, Francesca. So che intuisci perfettamente quello a cui mi riferisco.
Ti ringrazio invece (non sai quanto) per le ripetute dichiarazioni di stima. In bocca al lupo col Miur (fammi sapere). Ciao