La storia delle cose

Nella mia società ideale, questo video verrebbe proiettato in prime-time, una volta la settimana, al posto di Peppa Pig e a reti unificate. Purtroppo, però, viviamo nella società in cui a tenere banco è invece la staffetta Letta-Renzi… (sigh!)

Prendetevi venti minuti per guardarlo, oppure salvatevi questa pagina, fidatevi:

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10 risposte a “La storia delle cose

  1. Buono come intento e come provocazione/denuncia ma i toni allarmistici e sentimentali da ecologista-shock vecchia scuola non li posso soffrire: non solo rischiano l’esagerazione e giocano con i meccanismi del tuo cervello generando paura e dubbio ma lo fanno a prescindere dai contenuti, preferendo la repulsione di pancia alla disamina spassionata ma con la testa sulle spalle. Non abbiamo bisogno di gente etimologicamente in timor panico, in fuga indifferenziata dall’industria e da ogni forma di trasformazione per ambire al breatharianesimo. Ci servono invece misure, dati, constatazioni per continuare a vivere nel nostro mondo imperfetto e sistemarlo un mattone alla volta con posatezza e pazienza.

    • Magari mi prendo un po’ di tempo per dirti cosa secondo me è sacrosanto e cos’è distopico, iperbolico o comunque non necessariamente vera. Nella foga di rendere esprimere il ragionamento in modo che riesca ad imporsi non pochi militanti ben intenzionati ma senza mezze misure gonfiano, mostrandoci il tutto nella peggiore luce possibile: scelgono la peggiore industria, il peggior allevamento, il peggior cittadino e ci dicono che siamo un po’ tutti così. E tutti giù a preoccuparsi, spesso in maniera spasmodica, fatalista, inefficace. Invece c’è questo ma c’è anche di meglio, con tutte le sfumature possibili in mezzo, ciascuna accessibile a qualunque stadio di una transizione costruttiva.

    • Marco, mentre leggevo il tuo commento andava in pubblicazione il nuovo post: “Siamo fottuti?”.
      Io detesto il catastrofismo, come te. (Soprattutto, se non è documentato.)
      Esistono due livelli di “allarme”: quello più diretto, o di pancia (come il video che hai commentato) e quello più documentale, o di testa (come appunto il nuovo post).
      Resto assolutamente convinto che le rivoluzioni partano innanzitutto dai nostri cuori e dalle nostre teste.
      Ma sono anche convinto che l’attuale modello occidentale di sviluppo, fondato esclusivamente sulla crescita del Pil (una grandezza che, fisicamente, non può crescere all’infinito), sia RADICALMENTE sbagliato. Ed è esattamente questa, la tesi da cui ha preso le mosse LLHT, un anno e mezzo fa.
      Ed è la stessa tesi a cui si sta indirizzando la mia stessa vita. Che, permettimi, è qualcosa di più di un blog… 😉
      Ciao.

    • Prego, Gabriella. Resta il fatto che, come dico sempre citando Bianciardi (La vita agra), la prima rivoluzione che si compie deve essere quella “in interiore homine”. Ed è la più difficile. Ma è anche quella che, nel lungo andare, offre più garanzie di successo…
      Ciao

  2. Quello che dice è fondamentalmente vero, anche se un po’ esagerato (esempio: disboscamento pari ad un campo di calcio al minuto, basta fare un po’ i conti con solo otto ore al giorno e…).
    Comunque, la verità di fondo nel video viene assolutamente detta.
    Il problema è, come gestire la massa manipolata?
    Il popolo è bove e gli umani meritano la fine che faranno.

    • Siamo 7 miliardi. Alcune proiezioni demografiche dicono che saremo 10 miliardi entro la fine del secolo.

      La temperatura media globale è aumentata di 0,8° rispetto all’era preindustriale, il biossido di carbonio GIA’ rilasciato nell’atmosfera (dalla recente fase espansiva) incrementerà nei prossimi anni tale valore di altri 0,6°; ciò significa che l’aumento irreversibile è già di +1,4°. La comunità scientifica è concorde nel fissare a +2,0° la soglia NON OLTREPASSABILE. Un recente articolo comparso per la NASA stabilisce che il limite dev’essere inferiore, a circa +1,6°.

      Abbiamo realizzato tutto questo, nell’arco delle ultime due/tre generazioni, quando la Cina (1,5 miliardi di persone) ancora si sostentava con le risaie…

      Non saranno, purtroppo, pochi e illuminati precursori a cambiare il corso degli eventi.
      Le prospettive? Le lascio valutare a te…
      Ciao.

      PS. Hai avuto notizie dell’inverno, tu, quest’anno…?

      • Sono d’accordo, ho già detto che l’articolo svela una verità di fondo incontestabile a rigore di logica.
        Se “per notizie dell’inverno” intendi la sua insolita mitezza, devo dirti che dalle mie parti (Palermo) non ho notato la differenza. Ma forse ciò è dovuto alla latitudine.

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