Perché non capiscono?

Cosa sta succedendo, là fuori? Il gioco si sta rompendo! Perché non se ne rendono conto?

WallEProviamo a mettere insieme i pezzi, questa volta. Proviamo a capire, oltre al “cosa” e al “come”, anche il “perché”. Partiamo da una considerazione: domenica 15 settembre è il quinto anniversario del crollo di Lehman Brothers, la banca d’affari che scolpì il proprio fallimento, negli occhi e nei cervelli di tutto il mondo, tramite le immagini dei propri dipendenti che uscivano dalle rispettive sedi imbracciando i cartoni pieni delle loro cose. Bene, sapete quanto si stima sia costato, da allora, salvare da analogo fallimento le altre banche d’investimento e commerciali dei Paesi “sviluppati”? Siete seduti? Bene, inspirate lentamente prima di proseguire: diciottomila miliardi di dollari. Ve lo scrivo per esteso, se rende meglio l’idea: 18’000’000’000’000 $. Lo capite meglio in Euro, forse? Allora siamo poco oltre i tredicimila e cinquecento miliardi di Euro: 13’540’000’000’000 €. L’informazione non proviene da un tweet di “Occupy Wall Street”, ma dal Sole 24 Ore (qui), che riporta a sua volta uno studio di Zero Hedge, famoso blog finanziario statunitense.

Per la cronaca, il PIL della tanto amata Unione Europea sapete quant’è? 17’600’000’000’000 $. Praticamente identico.

Inoltre, poiché di quei 18 mila miliardi, circa 5 vengono dalle banche centrali (di USA, UE, Inghilterra e Giappone) e uno soltanto dalla crescita del PIL nominale, si può anche leggere il fenomeno asserendo che, per ottenere ogni singolo Dollaro di quella fantomatica Crescita (quella che inseguono tutti…), ne sono serviti diciotto di nuovi debiti. Servono altri commenti?

Ma andiamo oltre…

Abbiamo visto, ormai da parecchi mesi, come vari fenomeni globali stiano radicalmente modificando gli assetti economici, politici e sociali di intere popolazioni. E’ ormai opinione condivisa, anche da parte di chi ingenuamente si ostina a dissimularlo, che il Declino che stiamo attraversando non sia soltanto economico, ma sia principalmente etico e ambientale.

Abbiamo anche visto come le elite tecnocratiche e i centri di Potere stiano convulsamente tentando di accaparrarsi le ultime fiches di questa roulette impazzita. Il FMI a livello mondiale e, nel Vecchio Continente, la Banca Centrale Europea e l’Unione Europea (cioè la cosiddetta “troika”), trovandosi ormai palesemente impreparate a tradurre in equilibri sociali gli immani flussi demografici e di capitali (spianati dalla piena globalizzazione), stanno tentando le ultime mosse per salvare il salvabile e non soccombere di fronte ai nuovi assetti indotti da questa multi-Crisi.

Come? Sostanzialmente, facendo convergere la loro “sfera di influenza” (termine volutamente evocativo della Guerra Fredda) solo sulle fasce sociali su cui è più facile esercitare un certo appeal, quindi – in sostanza – sui grandi detentori di capitali economici e finanziari. In pratica, il famoso detto “i soldi van coi soldi” sta ora subendo un’accelerazione convulsa e mai vista in precedenza. Questo fenomeno ha due risvolti.

Il primo risvolto, di stampo prevalentemente geopolitico, riguarda i nuovi assetti della governance che si stanno dando i principali organismi del mondo della finanza: il voto favorevole di questi giorni dell’Europarlamento alla Vigilanza unica bancaria è solo l’ultimo tassello di questo mosaico accentratore, nel suo ultimo e patetico tentativo di amalgamare un continente prima attraverso una moneta, e adesso attraverso la finanza.

Evoluzione e distribuzione geografica del numero di HNWI (Fonte: Rapporto 2013 sulla Ricchezza nel Mondo - Capgemini & RBC Wealth Management)

Evoluzione e distribuzione geografica del numero dei super-ricchi
(Fonte: Rapporto 2013 sulla Ricchezza nel Mondo – Capgemini & RBC Wealth Management)

Il secondo risvolto, a cui si riferisce il grafico sopra e sul quale si concentra LLHT fin dalla sua nascita, riguarda la crescente sperequazione nella distribuzione della ricchezza, che vede patrimoni sempre maggiori concentrati nelle mani di sempre meno persone: anche in questo caso, basterà ricordare soltanto che, dal 2008 ad oggi, il numero di HNWI (un termine tecnico per definire i super-ricchi, cioè i detentori di patrimoni superiori al milione di dollari) è cresciuto in tutto il mondo – con intensità diverse a seconda dei continenti – da circa 8 milioni e mezzo di individui a circa 12 milioni! Proprio vero – come recitava il vecchio slogan di un alcolico – che la crisi è… per molti, ma non per tutti.

Leggendo questi numeri, si capisce anche perché sofisti del pensiero come Flavio Briatore non perdano occasione per dichiarare che, anche in Italia, l’unico business che tira è quello del lusso.

Rich man poor man

– Qualche spicciolo, signore? – Ci sto guardando, ma non mi sembra di trovarne…

Tornando alla dinamica mondiale della distribuzione del reddito (negli ultimi 50 anni, il divario tra il reddito del più ricco 5% della popolazione e il 5% più povero, è passato da circa “trenta volte” a circa “centocinquanta volte”), si capisce allora assai bene il motivo dello “scollamento” tra l’economia reale e i centri di Potere che hanno determinato questo trend. Questo, comprensibilmente, ha rapidamente fatto emergere pulsioni sociali che fino agli anni Ottanta e Novanta erano pressoché ignote: da alcune forme di antagonismo populiste e in qualche caso violente (Indignados, Occupy Wall Street, più alcune derivazioni estreme), fino a forme di protesta politica assolutamente civili, ma non meno determinate (Pirati Svedesi, MoVimento Cinque Stelle e, più in generale, tutta la corrente di pensiero orbitante intorno alla Decrescita).

Perché scrivo queste cose? Perché, fino a quando i “Quartier Generali” delle tecnocrazie occidentali non si renderanno conto di questi radicali mutamenti socio-economici e non prenderanno autenticamente atto del cambiamento necessario, la frattura sociale rappresentata da queste frange di popolazione (che ormai “frange” non sono più…) sarà destinata ad ampliarsi pericolosamente. Possibile che non capiscano?

Le iniezioni di liquidità nel sistema economico, attuate dalla FED tramite le operazioni di Quantitative Easing e, qui in Europa, tramite l’LTRO (Long Term Refinancing Operation) voluto da Draghi tra il 2011 e il 2012, rischiano di passare alla storia come quelle infiltrazioni di resina espansa che si effettuano sotto le fondazioni di una casa, quando i muri cominciano a presentare le prime crepe. Le crepe, apparentemente, si rimarginano. Ma il terreno sottostante – nonostante le iniezioni – resta cedevole…

Il trend drammaticamente crescente della disoccupazione nei paesi “civilizzati” è un fenomeno ormai fisiologico. Dagli anni Settanta ad oggi, i salari reali sono cresciuti molto meno della produttività del lavoro. Come dire, cioè, che è sufficiente lavorare molto meno, per ottenere lo stesso livello di benessere. La locuzione “lavorare molto meno”, se non dovesse essere chiaro, significa che lo stesso output (in termini di prodotti e servizi) richiede molta meno manodopera. Occorre quindi inventarsi qualcosa di diverso. Qualcosa di meno illusorio e intangibile. Qualcosa di più autentico.

Quei 18 mila miliardi sono una pezza. Molto cara e pagata da tutti noi. Ma solo una pezza. Si tratta di soldi per la maggior parte sottratti alle tasche dei cittadini (tramite la creazione di debito inutile) e destinati non all’economia reale, come avrebbe dovuto essere, ma all’intermediazione creditizia. Che, in molti casi, non… intermedia. Né, tranne in qualche rara eccezione, fa credito! Non stupiamoci, quindi, se quei soldi verranno prima o poi rivendicati da qualcuno…

La risposta dell’establishment di casa nostra (l’ultima risposta, in ordine di tempo) è stata la nomina di Giuliano Amato a giudice della Corte Costituzionale. Giuliano Amato: 75 anni. Giuliano Amato: pensione di 22mila Euro mensili, vitalizio di 9mila Euro mensili e, adesso, stipendio di altri 33mila Euro mensili. Totale: 64mila Euro mensili. Amato: nome omen.

Ecco, forse, perché non capiscono.

Cubo

13 risposte a “Perché non capiscono?

  1. Ecco, hai detto bene: la crisi è etica. E’ giusto non fissare un tetto alla ricchezza, che oltre a quel tetto è semplicemente inutile a sè (e agli altri)? Aggiungerei: la crisi in un modo di vivere che privilegia il qui-e-ora e la produzione, in un modo di vivere immediato e disperato, implica rinunciare a costruire qualcosa di duraturo e soddisfacente su questa terra invece di venire e andarsene rassegnati sul pianeta. La crisi, insomma, è anche culturale. (Anche se tocca la cosa solo marginalmente, leggiti “I barbari” di Baricco, scritto ormai una manciata d’anni fa prima del boom degli smartphone e dell’internet-ovunque. Davvero vogliamo rinunciare alla profondità per le connessioni orizzontali?)

    • Ieri pomeriggio mi trovavo al Festival della filosofia di Carpi: al termine della sua conferenza, ho stretto la mano allo stesso Zygmunt Bauman (non ti dico l’emozione…!).
      Sai cosa aveva appena detto, tra le altre cose? Che il massimo dell’esperienza tattile, oggigiorno, è per molte persone quella con il vetro del display di un i-phone o di un i-pad. La vita, da liquida, sta diventando… “a cristalli liquidi”.

      Più in generale (e qui ti contro-suggerisco il suo “Consumo, dunque sono”), il problema è proprio quello che indichi tu: l’impossibilità di costruire qualcosa di duraturo. L’impossibilità cioè di “impegnarsi” durevolmente in qualcosa di responsabilizzante, impossibilità che oggigiorno è consentita ed amplificata da internet. E’ un po’ il principio dell'”usa e getta” applicato alle relazioni interpersonali, che con la massima disinvoltura vengono ormai attivate e interrotte con un clic del mouse. Oggi si corre, si cambia, ci si trasforma, ma… cosa resta? Tutto è freneticamente folle, si passa dappertutto per non arrivare a niente.
      Ma occhio: non si faccia l’errore (questa è una mia considerazione) di attribuire la colpa di tutto ciò solo all’avvento della digital-economy e del web: questo processo era in atto già molto prima, più precisamente dall’avvento della rivoluzione industriale.

      Cos’è, allora, che è invece fermo, immutabile, tranquillizzante, riposante? Solo una cosa: i Valori.
      Solo quelli. La Vita, la Natura, la Famiglia, la Conoscenza, la Reciprocità.

      Io, sarà una mia debolezza, non conosco nient’altro.
      Buona domenica

    • In questo caso, non sanno (o… non capiscono) a cosa stanno rischiando di andare incontro.

      Ricordo infatti che, subito dopo la rielezione di Napolitano, tutti i parlamentari dei partiti politici tradizionali hanno dovuto abbandonare Montecitorio (sotto scorta) dalle uscite posteriori. In quanto, davanti, c’era la folla inferocita.
      Sempre durante quelle concitatissime ore, tutti gli instant-poll dei maggiori quotidiani registravano come oltre il 70% dei lettori fosse CONTRARIO a quella nomina.
      Due segnali che, naturalmente, l’informazione mainstream si è affrettata a derubricare.
      Due segnali che però io, molto sommessamente, mi sono appuntato.
      E che non sottovaluterei…

  2. Caro Andrea,
    quel 15 Settembre io me lo ricordo molto bene perchè d’improvviso, dalla sera alla mattina, è cambiata radicalmente la mia vita professionale e quella della mia famiglia.
    A parte il “voltastomaco” che mi ha impedito per un pò di risponderti, le uniche cose che che mi sento di dire sono queste:
    1. In Italia, siamo in democrazia o chi ci comanda, non che ci governa, è una “banda” oligarco-partitocratica ?
    2. Se vale la seconda ipotesi (tesi), dove sono gli italiani ?
    3. Esiste l’Italia e gli italiani ?
    4. O meglio, quante Italie ed italiani esistono ?
    Io penso, credo che anche questo sia il risultato della demagogica e sporca propaganda dei media che raccontano ciò che vogliono per imbambolare un popolo suddito e prono al volere dei potenti.
    Su Youtube all’indirizzo

    è possibile vedere ed ascoltare quanto è successo l’altro giorno alla Camera dei Deputati quando Alessandro di Battista del M5S ha pronunciato la frase “sbattete fuori dalle istituzioni i ladri” …
    Fra gli insulti e qualcos’altro (più d’uno voleva mettere loro le mani addosso) sono volate parole come “moralisti del cazzo” ecc. ecc.
    Sicuramente, se qualcuno di noi cittadini provasse solo a commentare davanti a “lor signori” qualche loro iniziativa, comportamento, o decisione, riceveremmo brutalmente le medesime o peggiori invettive quasi a dire: “Zitti voi, chi cazzo siete ? Che diritto avete di parlare ?
    Provate ad andare all’indirizzo web
    http://www.lafucina.it/2013/09/11/dovete-chiamarmi-onorevole-e-la-intrieri-blocca-lattivita-di-due-enti/ e leggete cosa ha detto e scritto una ex deputata del pd-ulivo che pur essendo una ex ha preteso con arroganza d’essere chiamata ancora “onorevole”.
    Questa mattina ho ascoltato su Radio24 l’intervista ad uno dei “ragazzi” del M5S che sono stati sospesi dalla Camera per 5 giorni per aver dimostrato sui tetti del Parlamento.
    Testuali parole: “il problema è che chi fa politica non si sente un rappresentante del popolo e questo lo pone a considerare sé stesso e ciò che fa come un lavoro qualsiasi; tutto ciò che fa e che riceve è dunque dovuto, compreso lo stipendio, le indennità, i privilegi, ecc. ecc. e guai a chi li tocca …”
    Altro che rappresentanti del popolo italiano …
    Dov’è la passione ? Dov’è il senso dello Stato, del vero Stato come i greci e i romani ci hanno dato dimostrazione ed esempio ?
    Povera Italia, ma non poveri Italiani !!!
    Chi ha voglia di “tirarsi su le maniche”, voltarsi dall’altra parte e cominciare una nuova vita da Veri Italiani ?
    Chi ha voglia di mandare letteralmente a “fa un c…” questi vergognosi servi del potere, del denaro e di chissà quale altra sporca e falsa combutta di ideologi, falsi e bugiardi ?
    Queste non sono persone ed io voglio vivere la mia vita solo, SOLO con delle VERE PERSONE !!!
    Grazie dello spazio e della condivisione.
    A presto, Ciao.
    Lauro

    • Ciao Lauro,
      non devi ringraziarmi per lo spazio, perché esso è di tutti. Soprattutto, è di chiunque desideri contribuire – come hai fatto tu – a dare nuove chiavi interpretative di quanto accade. E, aggiungo, è ancor più di chi, come dico sempre, “rischia qualcosa del suo”, mettendosi alle spalle la paura di rinunciare al proprio “tesoretto”.

      E proprio a questo proposito, come ho scritto nel post, credo che noi italiani stiamo davvero dando prova di una grande lungimiranza! Possono dirci di tutto: che siamo lazzaroni, indolenti, furbetti… quello che vuoi. Ma l’unica cosa di cui non ci accusano mai – perché è vera – è che siamo “creativi”.
      La nostra peculiarità è unica al mondo: sappiamo abbinare a una certa forma di indolenza anche una grande dose di creatività – spesso purtroppo finalizzata solo al proprio tornaconto personale, è vero – ma comunque anche indirizzata all’immagine di un popolo che non cade mai. E che anzi, nei momenti di gravi discontinuità, sa essere di esempio per gli altri.

      Nel bene e nel male, molti dei grandi cambiamenti della Storia sono partiti da qui: penso alla Romanità classica, all’Umanesimo e al Rinascimento, alla stessa scoperta dell’America e ai nostri pionieri del mare, per finire – ieri l’altro – con il Fascismo. Questa vocazione, tutta italiana, a decretare – anticipandoli – i grandi punti di svolta della Storia, è comunque qualcosa di cui essere orgogliosi e, in ogni caso, da non sottovalutare.

      Io, nonostante qualcuno potrebbe storcere il naso, sono fiero di essere italiano!
      Ciò, comunque, non mi impedisce di essere anche molto incazzato per come qualcuno sta sporcando l’immagine della mia terra (e la terra stessa).

      Un caro saluto,
      Andrea

      PS
      Se vuoi sapere cosa ne pensava sul tema qualcuno di infinitamente più saggio di noi, ecco qua:
      Che ne sarà di noi: ce lo spiega il più grande di tutti

      • Avevo ascoltato questa intervista di Montanelli prima che tu ce la facessi risentire: strano come tutto si tenga. Mi aveva fatto pensare che, non esistendo davvero l’Italia, non mi interessava più di tanto che gli italiani fossero così creativi e capaci di farsi valere comunque. So che è un pensiero un po’ retro, ma io voglio che l’Italia continui ad esistere: il nostro povero paese è magnifico, non esiste, credo, un luogo sulla terra più affascinante e ricco di cultura e di storia. Siamo eredi poco consapevoli di ciò che ci hanno lasciato i padri. Non ho soluzioni al declino evidente, ma non intendo arrendermi. Un movimento, un partito? non credo. Un lavoro sotterraneo di presa di coscienza? lavoro troppo lungo e senza efficacia immediata. Una osservazione apparentemente scollegata: durante un viaggio in Russia, la nostra guida ci disse che, durante lo sfascio dell’ Unione Sovietica, tutte le armi sono state saccheggiate, e avevano scritte in cirillico…lo hai ascoltato anche tu il segretario dell’ONU che ha inferito da quelle scritte in cirillico che i missili caricati di gas erano certamente di Assad. Dobbiamo sempre fidarci di chi ha in mano ora le sorti dell’umanità? Forse ciò che muove la storia ora non è propriamente una forza buona!

    • Mi permetto una risposta, Lauro,puntuale e un po’ disillusa:

      1. In Italia, siamo in democrazia o chi ci comanda, non che ci governa, è una “banda” oligarco-partitocratica ?

      Buona la seconda.

      2. Se vale la seconda ipotesi (tesi), dove sono gli italiani ?

      La maggior parte di loro a rincoglionirsi davanti al televisore: per non aprire gli occhi sulle proprie responsabilità, nell’aver dato il consenso perché questo Paese venisse ridotto così.

      3. Esiste l’Italia e gli italiani ?

      L’Italia è solo un’espressione geografica (e se non ricordo male, l’aveva già detto qualcun altro); gli italiani sono quelli che la abitano. Meglio non spingersi oltre, con questa domanda…

      4. O meglio, quante Italie ed italiani esistono ?

      Ecco, questa è la domanda migliore. Secondo me, esiste un certo numero di Italie (e di italiani); per non farmi venire il mal di testa, invece di catalogarle, mi limito a lavorare con quelle che sento avere un atteggiamento costruttivo, se riesco a fare qualcosa di utile.

      Potresti chiedermi a questo punto: “Perché lavori coi 5Stelle, tu che non sei mai andato a votare fino alle ultime Politiche?”. Perché sono una di quelle Italie; con tante contraddizioni e con il rischio di doverci star dentro navigandoci a vista (a volte nella nebbia); ma stanno tentando di dare delle risposte. E sono forse l’unica forza politica (politica, non sociale: fra quelle sociali, ce ne sono diverse altre), le cui risposte sono nella maggior parte positive, nei confronti dei bisogni reali delle persone.

    • Al sig. Lauro

      1. In Italia, siamo in democrazia o chi ci comanda, non che ci governa, è una “banda” oligarco-partitocratica ?
      La seconda.
      2. Se vale la seconda ipotesi (tesi), dove sono gli italiani ?
      Qui: http://www.dvclub.info/analfabetismo-funzionale-italia-al-primo-posto/,
      concentrati nella fascia del 47%.
      Sono analfabeti funzionali: “(…) “…coloro che non sanno utilizzare le abilità di base per potersi esprimere… Più brutalmente, non sono capaci di ragionare”. (…) i recenti dati Ocse del rapporto “Skills outlook 2013” rilevano il 47% di italiani analfabeti funzionali, collocando l’Italia al primo posto (…)”.
      Esiste l’Italia e gli italiani ?
      La prima è solo un’accozzaglia di popoli con culture diverse.
      I secondi, come logica conseguenza delle superiori risposte, sono paragonabili agli esseri “ipsilon” de “il mondo nuovo” di Aldous Huxley; e sono in netto aumento (vedi precedente punto 2).
      Conclusione: attribuire a questo paese e a questo conglomerato di popoli meriti o riconoscimenti attribuibili a qualche isolato soggetto, italiano solo per nascita geografica, a mio avviso equivale a commettere un fallacia di composizione. Ovverosia, ritenere che ciò che è vero per i singoli membri di una classe, sia altrettanto vero per la classe considerata nel suo complesso.

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